Abstract
Ho seguito fin dall’inizio le vicende relative all’opera di Donna Francesca, oltre che per la loro importanza, perché discendo dalla stessa famiglia, più precisamente i miei genitori discendevano entrambi da Salvatore Angelo Selis Cadello (discendente dall’importante famiglia Selis di Tortolì, erede dei Cadello, che da Puigcerdà in Spagna erano arrivati a Tortolì al seguito dei Carroz, ai quali erano strettamente legati) e da Donna Giuliana Sulis, cugina in primo grado di Donna Francesca. Il libro più importante che è stato pubblicato su Donna Francesca è quello di Lucio Spiga.
Dell’opera di Donna Francesca si sarebbero perse le notizie se non fosse stato pubblicato il libro di Lucio Spiga (LS). dato alle stampe nel 2004 per l’Edizione Workdesign. Donna Francesca Sulis era nata a Muravera b. l’11.6.1716 da Don Francesco Antioco Sulis Cossu di Muravera e da Donna Caterina Porcella di Quartucciu, aveva sposato il 13.2.1735 a Muravera il giureconsulto avvocato Don Pietro Sanna Lecca (n. a Cagliari nel 1715 † nel 1780) che aveva avuto l’alto incarico di ordinare gli editti e i pregoni del Regno di Sardegna (cfr. pagg. 215-217 LS), diventò avvocato del Fisco e infine Reggente di toga del Supremo Consiglio di Sardegna.
Nella seconda parte dello stesso libro è descritta analiticamente la genealogia dei Sulis, con le loro più importanti vicende, elaborata da Giovanni Francesco Fara Puggioni, nella quale sono inclusi anche gli antenati comuni dei miei genitori, Salvatore Angelo Selis e Donna Giuliana Sulis, nata a Muravera il 10 aprile 1703, cugina in primo grado di Donna Francesca, in quanto figlia di Giovanni Angelo Sulis Cossu (fratello di Don Francesco Antioco) e di Giusta Serafina Sigola di Villaputzu (cfr. pagg. 192 – 200 LS).
Il libro di Lucio Spiga suscitò molto scalpore perché metteva in evidenza l’attività di una donna imprenditrice nel settore tessile, che si sarebbe distinta per la capacità organizzativa per la produzione della seta, per la quale avrebbe creato tanti posti di lavoro femminile, influenzando il mercato nel campo economico-sociale a cavallo di due paesi: Muravera e Quartucciu.
Donna Francesca promosse l’allevamento dei bachi da seta cibandoli con i gelsi, utilizzando i magazzini della sua casa di Quartucciu per creare dei laboratori per la produzione della seta, che venne esportata soprattutto a Como. Sia a Quartucciu che a Muravera istituì dei corsi professionali per l’istruzione delle giovani, chiamando valide insegnanti dal Continente. Quando una lavoratrice si sposava, le veniva regalato un telaio.
Al lavoro di apprezzabile ricerca storica di Lucio Spiga e di Giovanni Francesco Fara Puggioni, corredata da documenti significativi e da fotografie pertinenti, sono seguiti molti altri interventi.
Ada Lai le ha dedicato un pregevole romanzo che ha avuto grande successo, al punto che se ne conoscono diverse edizioni (2016, 2017, 2021): “La Signora della seta – La straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis” – Prima edizione Palabanda novembre 2016.
Un altro romanzo di successo è stato quello dedicatole da Rosalba Angioy: “La seta secondo Francesca” – Edizione dicembre 2014 Paginas.
Giuseppe Curreli e Riccardo Laria con la compagnia dell’Associazione Teatrale Nuova Scena e con il patrocinio del Comune di Cagliari hanno portato sulle scene nell’Auditorium Comunale di Cagliari in Piazza Dettori “La Signora dei Gelsi”.
Una targa è stata affissa nella sua casa di Via Lamarmora N.67 a Cagliari.
Quartucciu, paese dove operò e morì (4 febbraio 1810) le ha intitolato la Biblioteca comunale con un edificio di Via Nazionale n. 119 (cfr pag. 86 e per la targa pag. 108 del libro LS).
A Muravera è stato dedicato a Donna Francesca un Museo, che ha sede in Via Marconi 99, nell’ex caserma dei carabinieri (4A).
È stato creato anche un Parco storico Donna Francesca Sanna Sulis della Fondazione Fidapa Onlus, del cui Comitato promotore e scientifico è responsabile Liana Bilardi (4B), che sabato 18 maggio 2024 nella Sala Conferenze Fondazione Sardegna a Cagliari – Via San Salvatore da Horta n. 2, ha organizzato un convegno con il tema: “Eleonora d’Arborea e Francesca Sanna Sulis – dal passato le sfide per il futuro”.
Infine è stato istituito un Premio DONNA E LAVORO – FRANCESCA SANNA SULIS, di cui è stata realizzata la 1° Edizione a Sa Manifattura – Cagliari – Viale Regina Margherita 33 – Domenica 17 dicembre 2023 ore 11:00 (4C).
Il 4 febbraio 2010 venne celebrato il bicentenario della scomparsa di Francesca Sanna Sulis, “La Signora dei gelsi” (4D).
Sono stati pubblicati molti articoli su Riviste, giornali e su Facebook. Io stesso ho pubblicato un articolo intitolato a Donna Francesca Sanna Sulis sul giornale periodico “Il ritrovo dei sardi” (https://ilritrovodeisardi.xoom.it), Anno IX – Numero 147 – Dicembre 2014, di cui era al tempo direttore responsabile Carmelo Alfonso e direttore editoriale Aldo Piras, ex Preside del Liceo classico “Dettori” di Cagliari.
Volendo tornare a ritroso nel tempo per trovare traccia dell’attività di Donna Francesca, cfr. pag. 85 del libro “Il Tesoro della Sardegna ne’ bachi e nei gelsi” – Poema sardo e italiano di Antonio Porqueddu – Cagliari 1779. Cercando il mese in cui deve mettersi a schiudere la semente per i bachi da seta, l’autore consiglia di farlo tra il 20 e il 25 di marzo. E poi a pag. 93, a proposito delle pecore: “Tra queste non sono da numerarsi quelle di razza Barberia, che la signora donna Francesca Sulis in Quartuccio”. Continua a citare Donna Francesca a pag. 265: “Altro semenzaio si fa in territori di Quartuccio dalla signora donna Francesca Sulis”.
Molto importante appare quello che si può leggere nel Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna – compilato per cura del professore Goffredo Casalis – Torino 1840. Trattando di Quartucciu da pag. 52/1074 a pag. 59/1081, si può leggere da pag. 53/1075 a pag. 54/1076: “Un’istituzione di beneficenza è da rammentarsi, la quale devesi alla nobil donna Francesca Sanna Sulis, e fu fatta in favore dei poveri. Per l’amministrazione di questo legato pio S.M. con R. brevetto de’ 20 maggio 1845 sanzionava uno speciale regolamento e creava una commissione sopra il luogo presieduta dal rettore della parrocchia. Etc.“.
In un documento del 22 agosto 1803 , riportato nel libro di Lucio Spiga a pag. 75, scrutinio del grano del 29 agosto 1803 Donna Francesca Sulis compare col maggior numero di lavoratori e col maggior raccolto.
Prosegue il Casalis a pag. 55/1077: “Fu addì 15 febbraio di questo che scade (1847) che si inaugurò la suindicata civile e cristiana istituzione. Da 40 a 50 fanciulle già frequentano giornalmente la scuola di dottrina cristiana, una ventina e più si esercitano nel lavoro occupate a filare e tessere con istrumenti e macchine migliori che le antiche comuni […]. Etc.“.
Una notizia interessante è quella indicata a pag. 100 del libro di Lucio Spiga, secondo la quale un telaio sarebbe stato regalato alla famiglia Mereu, per Lucia Mereu, moglie di Antonio Lussu, genitori di Emilio Lussu, il fondatore del Partito Sardo d’Azione.
Qualche nota al libro di Lucio Spiga
Tornando al libro degli amici Lucio Spiga e Giovanni Francesco Fara, vorrei fare le mie osservazioni e aggiungere qualcosa su quanto presentato nel libro e infine in particolare sulla mia famiglia di origine richiamata in modo specifico alle pagine 192 – 200 L.S.
A proposito della fotografia di pag. 18 LS: “Foto storica di personaggi muraveresi realizzata da E (= Evaristo) Mauri e premiata alla prima esposizione italiana di Firenze, inaugurata dai Sovrani d’Italia il 15 giugno 1887”.
Fila in basso – Il 5° da sinistra è il Vicario Demurtas,zio di Ignazia Demurtas, moglie di Silvio Cucca. C’è un signore alla sua destra che nel libro non viene nominato, ma che io riconosco per essere il mio bisnonno Ferdinando Cucca, ormai anziano, sposato con Celestina Cocco Marcello, e infatti è vicino al Vicario Demurtas, che era lo zio della nuora Ignazia. Fila in alto.
A proposito di una famiglia che viene indicata genericamente a pag. 73 LS: “Nobili di Muravera nell’Ottocento”, si tratta della famiglia Sequi.
Le pagine 23 e 24 del libro di Lucio Spiga su Donna Francesca Sanna Sulis sono dedicate all’ultimo discendente maschio della Famiglia Sulis, quando è uscito il libro nel 2004, Don Enrico Sulis. Quando mi è capitato di andare a Muravera, spesso l’ho trovarlo a casa di zio Tigellio Cucca e di zia Tarsilla Sulis (sorella di Don Enrico), ma mi è capitato di trovarlo anche a Cagliari. Eravamo in ottimi rapporti.
Immagine 5 – Donna Francesca Sanna Sulis
Su Focus Storia n. 178 si fa riferimento alla cuffietta di Desulo e all’abito della zarina Caterina di Russia, che sarebbero state creazioni di Donna Francesca. Certi storcono il naso a sentire queste notizie, ma se pure queste rappresentassero una esagerazione, non sono certo inventati i documenti commerciali lasciati da Lucio Spiga nell’Archivio del Comune di Muravera, che a detta di Riccardo Laria, uno degli studiosi innamorati di Donna Francesca, si riferiscono alle molte vendite al Conte Giulini di Milano dell’ottima seta prodotta dall’impresa di Donna Francesca.
Muravera è il paese dove è nata Donna Francesca Sanna Sulis e dove, come a Quartucciu, è ancora vivo il suo ricordo; le è stato dedicato un Museo, dove in una bacheca è un volume, aperto, quando sono andato in visita, in un provvedimento di mio padre, cav. Ernesto Pinna, in veste di commissario prefettizio del Pio Legato di Donna Francesca.
Mio cugino, avv. Lino Pinna Cucca, era stato il legale del Pio Legato e a lui, dopo la sua scomparsa, era succeduto il mio figlio, avv. Marcello Pinna. Ma anche nel Regolamento del Pio Legato di Muravera (istituito con testamento 19.9.1808) c’è traccia del legame della mia famiglia con Donna Francesca Sanna Sulis.
Certamente, nell’art. 2 del Regolamento, si indicano come facenti parte della Commissione composta da nove soggetti, per la distribuzione dei soccorsi e l’amministrazione dei beni del Legato, ben tre miei trisavoli: l’antenato di mio padre Raffaele Selis (nella copia del Regolamento indicato erroneamente col cognome Sulis, ma non esisteva Raffaele Sulis, mentre Raffaele Selis è più plausibile, perché i suoi nonni erano Salvatore Angelo Selis e Donna Giuliana Sulis, cugina 1° di Donna Francesca), il notaio Battista Pitzalis di Tuili (mio trisavolo paterno), il segretario del Pio Legato Giuseppino Cucca, esattore delle imposte (mio trisavolo materno).
Infine ho scoperto che quando nel periodo 21 giugno – 15 luglio 1991, invitato dall’antiquario Sandro Lai, a partecipare alla manifestazione “Un’estate in Castello” organizzata dall’Associazione Arti e Mestieri per far rivivere il Castello, avevo esposto i miei quadri, non tanto per venderli, ma per vedere le reazioni dei visitatori, in un locale sotto i balconi del palazzo che era stato di Donna Francesca Sanna Sulis, durante la manifestazione eseguii alcuni quadri, tra i quali proprio uno che rappresenta uno di quei balconi, che oggi assume un significato di particolare omaggio alla mia grande parente, le cui opere l’hanno fatta rivivere, dando prestigio alle località di Quartucciu e di Muravera dove ha vissuto e operato, nonché all’intera Sardegna, che ne va fiera.
[1] Trovo molto interessante questa Genealogia, non solo per i rapporti tra i Selis e i Sulis, ma anche perché mette in evidenza che Donna Francesca Sanna Sulis battezzò Maria Raffaela (f. di Don Antiogo Satta Selis e di Donna Rosa Sogiu) insieme a Don Giovanni Maria Angioy (n. a Bono il 21.10.1751 † 22.2.1808), il famoso Alternos, giudice della Reale Udienza, di cui evidentemente era amica e, come lei, investì la notevole dote della moglie in diverse attività, tra le quali evidenzio qui che in un podere vicino a Cagliari intraprese la coltivazione del cotone e per questa sua attività fu elogiato dal Viceré Balbiano, che ne informò il governo di Torino (cfr. pag. 22 del libro di Lorenzo Del Piano e Vittoria Del Piano: Giovanni Maria Angioy e il periodo rivoluzionario 1793-1812 – Edizioni CR – Quartu Sant’Elena 2000.
Bibliografia
Ho già indicato nel contesto i libri di Lucio Spiga, Ada Lai, Rosalba Angioy, Antonio Porqueddu, Goffredo Casalis, “Focus Storia” n. 178, agosto 2021 e “Il ritrovo dei sardi” col mio articolo.
complimenti