Nell’immagine, a sinistra: Ritratto di Michelangelo Buonarroti (dettaglio), Daniele da Volterra 1544 ca., Metropolitan Museum of Art – New York
A destra: Ritratto di Galileo Galilei (dettaglio), Justus Sustermans 1623, Galleria degli Uffizi – Firenze

L’uomo ha tanti bisogni. Sono anche stati classificati da Maslow in una scala. (Un po’ come Linneo ha classificato gli esseri viventi in uno stupefacente sistema tassonomico o Mendeleev ha raccolto gli elementi in una meravigliosa tavola periodica. E queste sintesi tante cose ci rivelano).

Fra l’altro, l’uomo ha bisogno di “fare i conti”, di capire dove sta, cosa gli accade, da dove viene e dove va (come insegnano le introduzioni alla Filosofia, alle sue domande, al suo senso per la vita dell’uomo).

Un bisogno antico, chi può dire quando nato? A volte si dice nato con l’uomo, o forse l’uomo è nato quando quel bisogno è apparso.
Gli uomini nel tempo hanno lasciato stupende tracce di questo loro essere uomini.

La scienza moderna, da Galileo in poi, è un linguaggio che può essere analizzato sotto molti punti di vista, e ci si può chiedere anzitutto: che cosa è la scienza?

Forse è la ricerca, l’aspirazione a dire cose fondate, valide per tutti. Nel mondo non tutto si presenta con la medesima certezza della geometria, chiaro e distinto come Cartesio ha insegnato. La scienza però è riuscita nella sua splendida storia a ritagliarsi uno spazio di discorso proprio. Con Galileo nasce un metodo che almeno per il mondo della Natura ha dato risultati straordinari.

Un’opera collettiva, interpersonale. La scienza consente di condividere, di arrivare a qualcosa di comune attraverso dibattiti, confronti e perfino aspri scontri. È una strada per arrivare alla verità, una verità con la v minuscola, sempre provvisoria, mai assoluta, ma almeno riconoscibile plausibile e fondata, in quel dato momento. Addirittura un carattere della scienza, forse il suo statuto fondamentale è che solo ciò che può essere falsificato ha il rango di conoscenza scientifica. Un perimetro all’interno del quale ci si può intendere, con regole precise. Si tratta di una grande conquista dell’umanità. Ma non la sola.

Non tutta la realtà può essere infatti circoscritta in questi ambiti e termini.

L’uomo parla e discute anche di cose che lo stimolano ad elaborare e utilizzare altri linguaggi.

Spesso infatti l’uomo non ha saputo, o piuttosto, gli è risultato impossibile definire criteri sempre stringenti e univoci. Siamo nei campi dove domina la fantasia, il cuore, l’essere intero dell’uomo con le sue possibilità inaudite, ma nondimeno con i suoi limiti altrettanto certi.

Si pensi alla Religione, alla politica, alla filosofia, all’arte. (E talvolta alla scienza stessa. Penso alle polemiche contro i vaccini. Anche se a me pare che siamo sempre all’interno del metodo scientifico: da una parte non si può ritenere nessuna verità come assoluta, dall’altra occorre però portare prove per sostenere “in modo scientifico” la verità di qualsiasi tesi).

Certamente occorre guardare considerare raccontare e vivere anche questi campi dell’esperienza umana, dai quali non si può prescindere.

La politica ad esempio e le sue concezioni democratiche, certamente non perfette ma che si sono dimostrate le meno difettose, nei tempi lunghi (per le organizzazioni sociali, la distribuzione delle ricchezze, la trasmissione delle esperienze), ancorché siano per definizione sempre perfettibili.

La filosofia, anch’essa come la scienza chiamata alla ricerca della verità, sembra percorrere una strada rigorosa di logica e razionalità, ma non esaurisce e non dà risposta a tutto neppure essa.

Forse proprio l’arte è l’ambito che più unisce gli uomini (insieme alla scienza).

Questa libertà di trasmettere il proprio gusto, il proprio sentimento, la propria idea delle cose ha dato origine a infinite costruzioni che sono una delle meraviglie più grandi prodotte dall’uomo.

Dalla Scienza e dall’Arte e dal loro senso per la vita degli uomini e nella vita di ogni uomo trae origine questo numero che offre alcune prospettive alla nostra riflessione.

Gli Autori ci portano a esplorare aspetti diversi e stimolanti di questi mondi, cioè del nostro mondo e di noi stessi.

 

Editoriale (n. 2 – Giugno 2018) Linguaggi artistici e linguaggi scientifici – di Carlo Rodriguez

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