Il segno rende il suono della parola e la rende tra sferibile in modo permanente mantenendo la stessa caratteristica. L’insieme dei segni diviene scrittura. L’insieme ha bisogno di convezioni che noi definiamo grammatiche. Le convenzioni divengono regole prima condivise e poi imposte.

I segni si sviluppano e si perfezionano in luoghi e tempi diversi e danno origine a lingue e grammatiche disomogenee. Quando i segni cercano di disegnare la musica divengono pentagramma con una formidabile caratteristica, essere uguali ed universali. In ogni lingua il suono musicale ha le stesse intensità e le melodie mantengono le medesime tonalità… ln cinematografia il primo tentativo di contatto con gli alieni è stato affidato alla musica…

Torniamo al segno. Esso è il primo strumento di Comunicazione usato dall’uomo per lasciare traccia di sé. Per ritrovare il cammino o il percorso effettuato.

Il segno diviene presto simbolo di chi lo ha usato o lo ha lasciato per strada a significare il suo passaggio. Il segno diviene mezzo di riconoscimento. Il simbolo diviene richiamo alla abilità di chi lo ha posto. Alcuni lo seguono se lo gradiscono altri si allontanano perché temono chi lo porta. Il simbolo diviene mobile e assume la forma di stemma che richiama memorie di chi lo ha progettato, disegnato e riempito di significato individuale o di gruppo sottolineandone l’appartenenza.

Il segno diviene identità mostrata al pubblico che la riconosce, che intende utilizzarla e trasmetterla da un soggetto all’altro, da un gruppo all’altro.

Questo veloce percorso del segno che diviene simbolo e poi stemma e poi espressione di identità distintiva di ogni moderna Organizzazione pubblica o privata, civile o militare, imprenditoriale o sociale caratterizza il nostro tempo. L’impatto emotivo del Segno, Simbolo, Stemma è palese nel mondo delle Relazioni di ogni tipo collettivo e individuale.

Nella storia clamoroso è l’esempio dell’imperatore Costantino che nella sua scalata al potere unitario nell’impero nei primi anni del 300 dopo Cristo intuisce l’importanza motivante del simbolo della Cristianità e lo aggiunge nelle sue bandiere “In hoc signo vinces” e così accade. I suoi soldati ormai prevalentemente cristiani si identificano in esso, si esaltano e sbaragliano gli avversari. Questo segno cristiano onora il condottiero e i suoi soldati non per una battaglia ma per una missione… vincente.

Oggi la presenza di un segno, un simbolo, uno stemma, una bandiera, un marchio si dà per scontata. Le organizzazioni, gli stati, i continenti hanno tutte una bandiera che
li identifica e li rende immediatamente riconoscibili. Chi le ha in mano le mostra, chi le alza al cielo le porge al mondo, per tutti divengono riferimento e guida.

Oggi anche le imprese sono dotate del loro segno, del loro simbolo, che diviene Marchio. Tale strumento è efficace quando è riconoscibile facilmente, accattivante
perché richiama sicurezza di prodotto, eticità del produttore, presenza regolare sul mercato di riferimento. Il Marchio così emozionante per il suo valore immateriale
contribuisce al successo.

L’insieme dei marchi va a formare un Brand che identifica territori più vasti, un Made che definisce un insieme di territori spesso un Stato. Made in Italy.

Di questo percorso, di questo sviluppo siamo grandi interpreti. Siamo campioni perché interpretiamo istintivamente il “Love Mark” anche se lo traduciamo la “Passione e Marchio”. Gli Anglosassoni ne fanno una scienza noi ne facciamo una pratica applicazione.
Confidiamo che nel nostro Made in Italy si mantengano i caratteri qualitativi del primo segno, divenuto Marchio, pieno di emozionante richiamo e del suo eccellente
sviluppo.

Il Segno rende fisico il suono. Il Marchio emoziona il mercato – di Luigi Di Marco

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