Il tema della disabilità umana è un tema inesauribile come è la realtà a cui fa riferimento e che investe la fragilità della natura umana (di per sé limitata) e dunque tutti.

Nelle sue diverse forme, tutt’altro che circoscritte, tutti siamo investiti da disabilità che ci accompagnano per tutta la vita, e spesso si moltiplicano e si accentuano lungo l’arco della vita stessa.

Le nostre forme di disabilità fisica, emotiva, affettiva, cognitiva, morale, spirituale, sociale ci chiedono di imparare a riconoscerle, ad accoglierle, ad affrontarle; e altresì di prepararci a quelle che fatalmente sono destinate ad insorgere per varie cause con il passare del tempo.

Non essere consapevoli di questo (quando ciò non è precluso), porta a misconoscere la nostra natura e dunque anche le nostre disabilità e quelle di tutti.
Da una parte si finisce per negarle in noi, dall’altra si arriva a cancellarle dai fatti universali della nostra vita di relazione.
Fra l’altro impedendoci di vedere che ad ogni disabilità si accompagna non soltanto un meno con il suo carico di pensieri di sofferenza di dolore, ma anche un più da scoprire, valorizzare, sviluppare.

In gioco è la possibilità di una vita vera, pienamente umana che consente di accogliere quello che siamo, e di vedere gli infiniti bisogni che tutti abbiamo ed il contributo che tutti, reciprocamente, possiamo portare per cercare di dare ad essi risposta. Dove occorre ammettere che per lo più siamo ancora inadeguati e lontani da questo fine che forse è il senso ultimo del progresso e della civiltà umana.

Gli articoli di Graziella Anesi, Anna Giulia Cavagna, Luciana Grillo, Fiorella Soldà, Anna Giovannelli, Enrico Paissan, Loredana Bettonte, Giordano Giannini presentati in questo numero non hanno certo la pretesa di esaurire la realtà della disabilità. Anzi sono nel loro complesso grandemente incompleti per le tante inevitabili lacune. Ma singolarmente cercano di riflettere sul contesto e su alcuni aspetti di questa realtà che riguarda tutti. Una realtà così complessa che solo da una continua inesauribile attenzione a tutti i suoi aspetti può ricevere luci e quelle risposte che probabilmente tutti desideriamo su un piano personale, familiare, sociale, politico, umano, e che tutti, come singoli e come comunità, possiamo costruire cercando di fare ciascuno la propria parte sempre..


Nella seconda parte di questo numero 11 della Rivista, Evaristo Pinna fornisce tre contributi di area storica e biografica.
Il primo riguarda Goffredo Mameli e ci restituisce nella parte storica e biografica, un ritratto di questo protagonista del nostro Risorgimento, della sua breve ed intensa vita.
Nella parte finale dell’articolo l’autore, stimolato dalla ricerca delle relazioni genealogiche della propria
famiglia con quella di Goffredo Mameli, ci consegna una indagine e ricostruzione genealogica che risale fino agli inizi del XVII secolo.

Anche nel saggio sui Cadello, Evaristo Pinna ci fornisce un ampio saggio storico questa volta su protagonisti della storia sarda; e nella sua parte conclusiva un ulteriore esempio di approfondita ricerca genealogica (che anche in questo caso si intreccia e abbraccia le vicende della sua famiglia).

Infine, nell’articolo su Nella Crestetto Oppo, Pinna ci offre l’immagine e il segno di una dolcezza e di un profondo dolore che devono aver accompagnato la breve esistenza di Nella.
Questo rapido ritratto apre il desiderio di scoprire di più, di vedere gli oggetti che hanno stimolato e accompagnato la sensibilità e la ricerca di Nella, attraverso i quali conoscerla meglio, come merita, e quasi restituirle un poco quello che non ha ricevuto.

Paola Gagni riflette sulla Scuola, un ambito fondante di ogni società.

Sempre attorno alla Scuola, Gloria Larini approfondisce le sue riflessioni su un ambito specifico quello delle lingue classiche, in cui è direttamente impegnata.

Giordano Giannini e Riccardo Rosati rileggono “L’Esorcista”, film di grande successo negli anni ‘70 del secolo scorso, e ricco anche per l’oggi di motivi di riflessione.

Roberto Rinaldi riflette sul Teatro e sulle sue possibili, importanti funzioni nell’ambito delle carceri, fra l’altro come strumento e opportunità di “aprire varchi verso una società inclusiva”.

Infine, Fabrizio Bianchi ci porta alla scoperta di angoli storico-artistici della Sardegna, ricchi di significato e valori da riconoscere.


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Editoriale (n. 11 – Dicembre 2022) Disabilità – di Carlo Rodriguez

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