L’avvento di Internet e la diffusione dei mass e social media hanno reso indispensabile la pubblicazione on line dei documenti ufficiali e dunque degli atti parlamentari, poiché al giorno d’oggi un lavoro non presente sulla rete è considerato inutile; allo stesso tempo, hanno consentito di ottenere una maggior tempestività nella pubblicazione e dunque nella fruizione dei documenti ufficiali, effettuabile da qualunque luogo.

Per rispondere a queste esigenze, il Senato della Repubblica, nell’ambito della propria attività di comunicazione istituzionale, ha iniziato ad avvalersi della stenotipia computerizzata, a partire dagli anni ’90, per licenziare il resoconto on line in corso di seduta praticamente in tempo reale, e, in un periodo più recente, di un numero sempre crescente di prodotti.

Strumento principe della comunicazione istituzionale è il resoconto parlamentare, che si distingue in stenografico, che riporta parola per parola tutto quanto viene detto e fatto, e sommario, che riassume in terza persona il contenuto degli interventi e le fasi procedurali. Il resoconto stenografico dell’Assemblea è improntato ad una rigorosa fedeltà letterale, sia in ragione della rilevanza della sede, oggetto di registrazioni audio e video, sia a vantaggio di una pubblicazione che sia la più rapida possibile. Viene infatti reso disponibile on line in corso di seduta in circa 40 minuti, grazie all’impiego di soli 8-10 stenotipisti di «prima linea», tempistica che pone il Senato ai vertici tra i parlamenti di tutto il mondo.

Nel resoconto stenografico di Commissione il linguaggio è più colloquiale, ma anche più tecnico, soprattutto in occasione delle audizioni. Gli interventi, perlopiù svolti a braccio, subiscono un più accurato labor limae, in ragione della diversa organizzazione del lavoro, che consente di disporre di più tempo per una lavorazione meditata sul testo1.

Altro prodotto di punta dell’Assemblea è il comunicato di seduta, pubblicato on line nel corso dei lavori e aggiornato alla conclusione di ogni fase procedurale. Riassume il contenuto dei testi in modo snello, con un taglio giornalistico: illustra le modifiche apportate dalla Commissione di merito e il contenuto politico degli emendamenti approvati e chiarisce le posizioni espresse dai gruppi politici, rendendo assi chiaro il testo che si trasmettono le due Camere con la navette. Gode di ampi margini di discrezionalità quanto alla selezione delle informazioni, dunque non è vincolato a seguire l’ordine cronologico dei lavori e veicola per prima la notizia sull’esito delle votazioni, soprattutto a vantaggio dei non addetti ai lavori.

Nonostante l’estrema riduzione subìta dalle tempistiche di pubblicazione rispetto al passato, a volte sembra comunque che la fonte ufficiale rincorra la trasmissione dei lavori in diretta televisiva o il lancio di un’agenzia di stampa o di un tweet: il differimento temporale che caratterizza la pubblicazione del resoconto viene però ripagato dal valore aggiunto delle ricerche di nominativi e riferimenti normativi che vengono effettuate a vantaggio della completezza dei dati. Infatti, nell’eccesso di informazioni tipico della nostra era, il prodotto istituzionale deve distinguersi per la sua qualità; produrre documenti di qualità, però, richiede tempo, quel tempo spesso negato dalla necessità di rendere i testi immediatamente disponibili on line. Si tratta dunque di realizzare il miglior compromesso possibile tra il desiderio di soddisfare l’attesa dell’informazione all’esterno e quello di rifinire adeguatamente un lavoro prima di licenziarlo.

Altri strumenti di cui si avvale la comunicazione istituzionale del Senato sono il sito web ufficiale; il canale satellitare e i due canali YouTube, che consentono di seguire i lavori rispettivamente in diretta e in streaming; la web-tv, il cui archivio permette di rivedere sedute precedenti; il portale dati.senato.it, punto per l’accesso diretto ai dati già pubblicati sul sito del Senato, che li rende disponibili come open data; infine, diversi account Twitter. Si tratta di profili istituzionali utilizzati per trasmettere in forma sintetica notizie ufficiali sui principali eventi parlamentari, corredate da un collegamento per l’approfondimento tramite il sito. Il lancio di tweet ha innovato profondamente l’accessibilità dei contenuti istituzionali, allargando la platea degli utenti con terminale mobile.

Grazie alla loro diffusione, i social network hanno avuto vari riflessi sulla lingua parlata e sui resoconti parlamentari. Nell’intento di ottenere una sempre maggiore immediatezza della comunicazione, il linguaggio è diventato informale e infarcito di slogan, hashtag, neologismi ed espressioni colloquiali e dialettali, allo scopo di creare una più stretta complicità con i cittadini che seguono i lavori da fuori, ai quali molti oratori hanno cominciato a rivolgersi direttamente. A tutte queste novità linguistiche i resoconti si sono adeguati2, ricercando il giusto equilibrio tra carattere istituzionale e fedeltà al parlato.

Della diffusione dei social network hanno risentito anche gli argomenti trattati in Assemblea: nello spazio che viene dedicato alla fine della seduta agli interventi su argomenti non iscritti all’ordine del giorno, ma anche nel bel mezzo dei lavori, sull’onda di una clamorosa notizia dell’ultim’ora, molti decidono di intervenire su un tema che in brevissimo tempo diventa di dirompente attualità. Le notizie così entrano velocemente nelle Aule parlamentari grazie ai moderni mass e social media, come pure ne trapelano, suscitando grande interesse nell’opinione pubblica, prima ancora che la fonte ufficiale si sia espressa, tramite il resoconto. Sotto questo profilo, non potrebbe essere più ampia la distanza nella resa dei fatti tra una fonte informale ed il resoconto parlamentare.

In tale quadro, nonostante con l’avvento della riproduzione audio e video degli interventi parlamentari la comunicazione scritta sembrasse destinata a un’inesorabile declino, Internet paradossalmente è riuscito a rilanciarla, rendendo tali modalità di diffusione complementari e interconnesse, ma non sovrapponibili. Nel quadro delle comunicazioni multimediali, sono aumentate le occasioni di consumo della lingua scritta, perché il web è innanzitutto una grande massa di testi e i social media hanno offerto una nuova vitalità del resoconto: sempre più spesso, infatti, i testi dello stenografico, cui gli account istituzionali rimandano costantemente per un approfondimento, vengono estratti e rilanciati dagli utenti e dagli spin doctors, da Facebook alle pagine web dei principali gruppi politici, per far conoscere nel dettaglio la propria posizione.


1 In sedi più delicate, come le Commissioni d’inchiesta, che hanno poteri inquirenti simili a quelli della magistratura, quando le sedute vengono secretate e quindi non sono trasmesse sul canale satellitare o in streaming, lo stenografico – unica forma di pubblicità dei lavori – assomiglia assai ad un verbatim.2 Un altro dei cambiamenti da essi recentemente subiti ha riguardato le formule usate in determinati passaggi procedurali, come quelle per le votazioni, che sono state snellite e rese più conformi al reale, concitato andamento dei lavori.

I prodotti della comunicazione istituzionale del Senato della Repubblica nell’era di internet di Giulia Torregrossa

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