Apprendere una lingua straniera non è solo una questione di lessico, di regole grammaticali, e di pronuncia corretta. L’apprendimento di una lingua è un processo ben più complesso e articolato che richiede dedizione, costanza, ma soprattutto il desiderio vivo di scoprire le infinite sfaccettature di una lingua-cultura diversa dalla propria. Attraverso l’esposizione diretta alla lingua straniera e l’utilizzo di risorse realmente capaci di trasferire conoscenze culturali oltre che linguistiche, il processo di apprendimento si trasforma in un percorso di continuo arricchimento. È a questo proposito che entra in gioco il sottotitolaggio, o meglio l’utilizzo dei sottotitoli per la visione di contenuti televisivi o cinematografici stranieri. La scelta di guardare un prodotto audiovisivo nella sua lingua originale usufruendo del supporto linguistico dei sottotitoli (nella stessa lingua straniera o nella propria lingua materna) offre la possibilità di accedere senza filtri ad estratti autentici di lingua, società e cultura straniera. I sottotitoli diventano, così, il tramite per un’esperienza di apprendimento stimolante, ricca di riferimenti culturali e portatrice di un carico emotivo-affettivo che non può far altro che facilitare e motivare l’apprendimento stesso.

È davvero possibile imparare o perfezionare una lingua guardando film, documentari o serie tv?

Il potenziale del sottotitolaggio come risorsa nell’apprendimento delle lingue straniere è oggi globalmente riconosciuto, sia in contesti di apprendimento informali che in contesti formali, ovvero laddove la lingua straniera rappresenta l’oggetto di studio di un corso scolastico, universitario, o di altra natura. Numerosi sono gli studi che, sulla base di teorie cognitive e conferme sperimentali, hanno messo in luce i benefici che è possibile trarre dalla visione di programmi stranieri sottotitolati.

In particolare, l’acquisizione di nuovi termini risulta tra i principali vantaggi di questa pratica. La collocazione delle parole in un contesto semantico piuttosto ricco e la simultaneità con cui si presentano audio, sottotitoli e immagini favoriscono i meccanismi di associazione referenziale e di deduzione dei significati da parte dello spettatore-apprendente. L’informazione, resa attraverso i tre canali audio, visivo e testuale, ha un impatto maggiore sulla memoria, imprimendo su di essa una triplice traccia che si traduce in un ricordo più vivo dell’informazione stessa1. In questo modo, i sottotitoli contribuiscono alla memorizzazione di nuove parole, espressioni idiomatiche e strutture sintattiche, e ne facilitano la successiva restituzione in altri contesti comunicativi. Ciò può avvenire in maniera incidentale, quando non vi è la finalità esplicita di imparare la lingua, o in maniera del tutto intenzionale, nel momento in cui sia ha piena consapevolezza del processo di acquisizione linguistica che è in corso.

Tuttavia, per beneficiare a pieno del potenziale del sottotitolaggio è importante che l’approccio alla visione di programmi sottotitolati sia quanto più conscio, sistematico e riflessivo possibile: nel momento in cui subentra la volontà di imparare la lingua straniera, i sottotitoli non rappresentano un ostacolo o un elemento di disturbo, bensì una vera e propria risorsa linguistica. Si tratta di mettere in atto quella che Robert Vanderplank definisce come “can-do attitude”, vale a dire un atteggiamento positivo nei confronti del sottotitolaggio, motivato all’apprendimento, nonché propenso a compiere uno sforzo cognitivo maggiore laddove fosse necessario. D’altra parte bisogna far sì che la comprensione generale non venga meno a causa di uno sforzo eccessivo, che potrebbe soltanto portare alla demotivazione dello spettatore, perso tra i meandri di una lingua che non riesce a comprendere e una trama che non riesce a seguire. Difatti, l’energia impiegata nello svolgimento di operazioni complesse è ripartita tra le diverse azioni da eseguire simultaneamente (in questo caso l’ascolto, la visione delle immagini e la lettura dei sottotitoli), fino al raggiungimento di un equilibrio; ma, nel momento in cui una delle azioni richiede uno sforzo maggiore, l’equilibrio viene meno e di conseguenza l’intera operazione risulta compromessa2. È necessario, quindi, che la scelta del prodotto audiovisivo e della tipologia di sottotitoli da adottare (interlinguistici o intralinguistici) rispecchi il livello di competenza linguistica dello spettatore.

Riprendendo il concetto espresso da Stephen Krashen nella sua teoria dell’acquisizione linguistica, è essenziale che l’input sia comprensibile, affinché questo venga ricevuto, elaborato e immagazzinato dall’apprendente. Inoltre, lo stesso Krashen sostiene che i metodi più efficaci nell’apprendimento linguistico siano quelli in grado di fornire input comprensibili, in condizioni dove il livello di ansia dello studente risulti ridotto e il messaggio contenuto sia qualcosa che susciti interesse. L’utilizzo dei sottotitoli sembra avere, in questo senso, tutti i requisiti necessari per rivelarsi un eccezionale strumento di apprendimento delle lingue straniere.

L’eccezionalità di tale strumento non ha a che fare unicamente con l’acquisizione linguistica: i sottotitoli contribuiscono ugualmente allo sviluppo della comprensione orale, al miglioramento della pronuncia e al potenziamento della capacità di lettura. Impostando l’audio nella lingua straniera sarà possibile allenare l’orecchio all’ascolto dei suoni, delle cadenze, dei diversi accenti, facendo sì che esso sviluppi la propria capacità di decodifica delle parole e di comprensione dei discorsi. Allo stesso tempo, avere “un orecchio allenato” ai suoni e alla musicalità della lingua straniera significa acquisire una certa consapevolezza in merito alla pronuncia delle parole e all’intonazione delle frasi. Infine, lo sforzo di dover leggere i sottotitoli cercando di restare al passo con l’evolversi della scena, comporta un miglioramento dalla decoding skill e il velocizzarsi della lettura stessa.

Tutto ciò fa del sottotitolaggio uno strumento ad alto valore didattico, motivo per il quale viene sempre più frequentemente integrato nell’insegnamento delle lingue straniere, sia sotto forma di visione di contenuti audiovisivi sottotitolati, sia in una versione più attiva, vale a dire con la realizzazione di sottotitoli ad opera degli studenti stessi.

D’altronde l’Unione Europea porta avanti una politica per il multilinguismo che insiste sull’importanza di investire nella formazione linguistica, soprattutto attraverso strumenti pedagogici funzionali allo sviluppo di competenze e capaci di sensibilizzare alla diversità linguistica e culturale. A tal proposito, la Commissione riconosce il potenziale del sottotitolaggio e sottolinea il ruolo dei media come “fonte di apprendimento informale”.

Con uno sguardo particolare rivolto ai giovani, un sondaggio condotto presso l’Università di Macerata3 ha ulteriormente evidenziato un aspetto già emerso dall’Étude sur l’utilisation du sous-titrage finanziato dall’UE, ovvero l’atteggiamento fiducioso degli universitari nei confronti del sottotitolaggio quale strumento efficace nell’apprendimento delle lingue straniere. Nonostante l’Italia sia uno di quei Paesi consacrati alla tradizione del doppiaggio, è interessante riscontrare una tendenza generale tra gli studenti a preferire la versione originale sottotitolata anche laddove sia disponibile la versione doppiata, sebbene questa tendenza riguardi in percentuali maggiori gli studenti di facoltà linguistiche. La volontà di imparare o perfezionarsi in una lingua, il desiderio di lasciarsi arricchire dalla diversità linguistico-culturale che si manifesta attraverso un film o una serie tv, unitamente alla possibilità di apprezzare un prodotto audiovisivo nella sua integrità semiologica, sono i reali fattori che spingono gran parte dei giovani (e non) a scegliere il sottotitolaggio.

Bibliografia

  • A. D. Frumuselu, S. De Maeyer, V. Donche, M. Gutiérrez-Colon Plana. 2015. “Television series inside the EFL classroom: Bridging the gap between teaching and learning informal language through subtitles.” Linguistics and Education 32 (Dicembre): 107-117
  • C. Kanellopoulou, K. L. Kermanidis, and A. Giannakoulopoulos. 2019. “The Dual-Coding and Multimedia Learning Theories: Film Subtitles as a Vocabulary Teaching Tool.” Education Sciences 9, no.3 (Settembre)

  • C. M. Koolstra, A. L Peeters, H. Spinhof. 2002. “The Pros and Cons of Subtitling and Dubbing.” European Journal of Communication 17, no.3 (Settembre): 325-354

  • Commision Européenne. 2011. “Étude sur l’utilisation du sous-titrage : Le potentiel du sous-titrage pour encourager l’apprentissage et améliorer la maîtrise des langues.” Rapport Final.

  • Daniel Gile. 1985. “Le modèle d’efforts et l’équilibre d’interprétation en interprétation simultanée.” Meta 30, no.1 (Marzo): 5-113

  • D. Bairstow e J.-M. Lavaur. 2017. “Sous-titrage, compréhension de films et acquisition de vocabulaire.” Psychologie francaise 62, no.3 (Settembre): 249-261

  • Margherita Berti. 2018. “Captioned Media in Foreign Language Learning and Teaching: Subtitles for the deaf and hard‐of‐hearing as tools for language learning.” CALICO Journal 35, no.3: 316-319

  • Martine Danan. 2004. “Captioning and Subtitling: Undervalued Language Learning Strategies.” Meta 29, no.1: 67-77

  • M.-J. Bisson, W. J. B. Van Heuven, K. Conklin, e R. J. Tunney. 2013.“Incidental Acquisition of Foreign Language Vocabulary through Brief Multi-Modal Exposure”. PLoS ONE 8, no.4 (Aprile)

  • S. B. Neuman e P. Koskinen. 1992. “Captioned television as comprehensible input: Effect on incidental word learning from context for language minority students.” Reading Research Quarterly 27, no.1

 

Note

1 C. Kanellopoulou, K. L. Kermanidis, and A. Giannakoulopoulos, “The Dual-Coding and Multimedia Learning Theories: Film Subtitles as a Vocabulary Teaching Tool”, 2019

2 Daniel Gile, “Le modèle d’efforts et l’équilibre d’interprétation en interprétation simultanée, 1985

3 Il sondaggio è stato condotto nel Marzo 2020 e ha interessato un campione di 60 studenti dell’Università di Macerata (30 studenti di facoltà linguistiche e 30 di facoltà non linguistiche).

Sottotitolaggio come risorsa autentica nell’apprendimento delle lingue straniere – di Francesca Rizzi

Navigazione articoli


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *