A 700 anni dalla sua scomparsa non si sa ancora di per certo che cosa volesse dire esattamente l’autore della Divina Commedia. Varie versioni, edizioni e traduzioni rivelano ventaglio di possibilità che offre l’opera. Basta sfogliare o scrollare alcune pagine per accorgersi delle problematiche legate all’evoluzione della lingua o della prosodia: vocali, accenti e punteggiatura diversi, plurilinguismo… Non siamo così lontani dalla questione della variazione diamesica, il passaggio della lingua orale a quella scritta, e dalle difficoltà alle quali un sottotitolatore potrebbe confrontarsi. Basta analizzare i sottotitoli per sordi e nonudenti (STNU) di Una Giornata Particolare che ha per regista E. Scola di cui si è già parlato nel n. 7[1] per accorgersi che un testo multimodale, cioè un testo che sfrutta direttamente i canali visivi e sonori, può rappresentare una vera e propria sfida di traduzione. Lo è probabilmente ancora di più per i STNU e quando il pubblico, eterogeneo, può ricorrere a strategie di lettura specifiche.

1) I dialoghi di Una Giornata Particolare

Ascoltare attentamente i dialoghi di Una Giornata Particolare per realizzarne una trascrizione porta a ritrovarsi di fronte a varie difficoltà.

Innanzitutto, alcuni elementi sono inudibili o difficilmente udibili. È il caso di alcune vocali finali, difatti un piccolo cambiamento come questo potrebbe già cambiare molto. Per esempio, Gabriele pronuncia la battuta seguente e, questa, è chiaramente udibile: «È strano guardare se stessi dal palazzo di fronte.». Ecco l’ironia della nostra sorte.

Altre oscurità possono essere indotte da un linguaggio tipico dell’oralità – si imita, inoltre, la lingua del 38 – e dal ricorso a varietà dialettali, spesso sul colpo dell’emozione. Qui si possono evidenziare il ricorso, verosimilmente, al Romanesco (Cecilia) e al Napolitano[2] (Antonietta) ma anche a francesismi: «Non si dice “ponpon”, è parola straniera! Chiamalo fiocco, nappa… Non so. Italianizza! Chiamalo pompono.». Così, si pone anche la questione dell’ortografia[3], anche in rapporto alla pronuncia.

Ulteriori incertezze nel trascrivere l’opera possono essere legate alla sintassi delle frasi, al posizionamento della punteggiatura e ai toni adottati dai personaggi. Si può sottolineare una battuta di Antonietta mentre racconta a Gabriele della sua relazione con il marito: «Sai quei posti dove vanno… gli uomini a pagamento?» (si segnala qui un’esitazione della locutrice prima di proseguire). Porta a domandarsi se parla dei posti in cui sono gli uomini a pagare o se sono quelli nei quali vanno per ricevere un compenso. Qui, la trascrizione e la punteggiatura possono essere decisivi. In somma, ogni elemento o cambiamento di registro – e ci sono – hanno rilevanza perché permettono di stabilire i rapporti tra i personaggi. In effetti, quando si tratta di dialoghi di un prodotto filmico, i riceventi sono anche gli spettatori: andranno a crearsi una rappresentazione dell’identità dei personaggi, delle loro relazioni e del
loro mondo[4].

2) Sottotitolare per un pubblico non-udente

Innanzitutto occorre prendere in considerazione i bisogni di spettatori che non accedono, o accedono parzialmente, agli elementi acustici. Il parlato, la qualità della voce, il tono o il ritmo sono tutti elementi che guidano abitualmente la lettura e sui quali non ci si può appoggiare[5]. Gli spettatori possono trarre profitto dalle informazioni fornite attraverso le immagini come espressioni facciali e atteggiamenti. – Dopo di tutto, i primi film non comportavano dialoghi parlati.[6]
Alcune persone possono contare su la loro memoria acustica, in caso di sordità apparsa nel corso della vita, per esempio con l’età. Ci interessa particolarmente dato che Una Giornata Particolare è uscito nelle sale più di vent’anni fa e ha avuto il successo che conosciamo. In ogni caso, si è attenti anche alla lettura labiale e si considera che omissioni e
riformulazioni potrebbero essere vissute come una forma di censura da parte degli spettatori.

Relativamente alla lingua dei sottotitoli, sarebbe meglio privilegiare parole contestualizzate chiaramente ed evitare espressioni metaforiche. I sordi avrebbero tendenza ad avere una lettura molto vicina al testo e potrebbero avere più difficoltà a distinguere il concreto dell’astratto. Si consiglia il ricorso a un italiano standard perché varietà dialettali,
gergali e linguaggio informale potrebbero risultare più difficili per la comprensione.
Similmente, si considera che frasi brevi e una sintassi semplice facilitino la lettura[7]. Tuttavia, alcune linee guida invitano anche a tenere conto dello stile linguistico dell’autore[8].

3) I sottotitoli di Una Giornata Particolare

Dialoghi e radiocronaca in sottofondo si sovrappongono, non si possono sottotitolare i due. La prevalenza è data ai dialoghi. Un primo costato è che questi non sono ridotti all’estremo, delle ambiguità sembrano essere state mantenute.

Nell’esempio riportato, una frase di Arnaldo, posizionato di spalle, è omessa. Gli spettatori potrebbero non accorgersene e focalizzarsi piuttosto sull’atteggiamento di Emanuele. La prima battuta, invece, diventa ambigua: potrebbe fare pensare che il soggetto della frase – una fascia – si sia inserita all’interno del braccio di Arnaldo (la madre lo aiuta a vestirsi) il che appare coerente con la risata del padre.



Si nota una standardizzazione di alcune battute di Cecilia. In ogni caso, Françoise Berd recita in francese quindi non era possibile fare corrispondere i sottotitoli ai movimenti labiali.

Quando Gabriele insegna a Antonietta a ballare il ritmo del parlato diventa visibile. Mentre accelera il conteggio, i sottotitoli appaiono più densi. Forza a una lettura più rapida. Si sceglie inoltre di utilizzare la congiunzione ‘e’ quando Gabriele scompone i passi prima di precipitarsi.


Per quanto riguarda parole d’epoca, alcune sono mantenute. Nell’esempio che segue è stata favorita l’esplicitazione del verbo ‘fregare’ sostituendolo con ‘rubare’. L’immagine alla quale può rimandare alla seconda occorrenza, che di conseguenza si distingue, si inserisce nella comicità della scena, come nell’originale. Il bambino non osa più pronunciare la parola ‘ponpon’, è imbarazzato e tenta di conformarsi al lessico imposto.


Conclusione
Gli esempi riportati sono alcune delle soluzioni che comportano i sottotitoli intralinguistici di Una Giornata Particolare tuttavia sufficienti per accorgersi che, forse, sottotitoli e poemi non sono così lontani. Cambia il media, ma nel sottotitolare un tale testo questioni di precisione nelle immagini rinviate, di sottigliezza nella comprensione del testo e nella scelta delle parole adottate per renderlo o ancora di tratti prosodici come il ritmo sono messe in luce.

 

Note

[1]   Si veda l’articolo pubblicato nel n. 7 di SPECIALinguaggi: Oltrepassare l’ostacolo – La resa accessibile al cinema con “Una giornata particolare” di Ettore Scola – di M. Laura Pantaleo
https://specialinguaggi.accademia-aliprandi.it/2021/01/05/oltrepassare-lostacolo-la-resa-accessibile-al-cinemacon- una-giornata-particolare-di-ettore-scola-di-m-laura-pantaleo/

[2]   Si può notare che una parola come ‘cauzun’ si ritrova anche in Puteolano.

[3]   Il vocabolario della Treccani propone tre possibilità per scrivere la parola: “pompon”, “pon-pon” e “pompò”. Si veda https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/pompon/

[4]   Per maggiori informazioni su l’utilizzo della lingua nei testi filmici si vedono per esempio: Hatim, Basil, e Ian Mason. 2005. The Translator as Communicator. New York: Routledge. e Díaz-Cintas, Jorge, e Aline Remael. 2014. Audiovisual Translation: Subtitling. Abingdon, New-York: Routledge.

[5]   Per maggiori informazioni: Neves, Joselia. 2008b. «Training in subtitling for the d/Deaf and the hard-ofhearing». Pagg. 177–89 in The Didactics of Audiovisual Translation, Benjamins Translation Library, a cura di J. Díaz-Cintas. John Benjamins Publishing Company.

[6]   Per maggiori informazioni sulla storia dei sottotitoli: Cornu, Jean François. 2018. «Histoire de la traduction des films: Intertitres, sous-titrage, doublage». Agence régionale du Centre pour le livre, l’image et la culture numérique. https://upopi.ciclic.fr/apprendre/l-histoire-des-images/histoire-de-la-traduction-des-films

[7]   Per maggiori informazioni: Perego, Elisa, e Christopher Taylor. Tradurre l’audiovisivo. Carocci Editore, 2012.

[8]   Si fa riferimento alle indicazioni del Conseil Supérieur de l’Audiovisuel belga: Charte Accessibilité
https://www.csa.be/wp-content/uploads/documents-csa/20191015-Charte-accessibilité.pdf

 

Sentire e vedere “Una Giornata Particolare” (E. Scola): i sottotitoli intralinguistici – di Hélène Hermite

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