Il quadro del Mons. Antonio Emiliano Celis (Selis) Cadello

Il quadro settecentesco racchiuso in una ricca cornice coeva, con il ritratto di Monsignor Antonio Emiliano Celis (Selis) Cadello, aveva sempre avuto un posto di rilievo nel salotto della casa padronale del mio cugino, avvocato Lino Pinna Cucca, in Via Montis 2, davanti alla Chiesa parrocchiale di San Nicola, a Muravera. Nella parte posteriore del quadro è attaccato un foglio di carta in buone condizioni sul quale sta scritto: “1722 El M.R.do Antonio Emiliano Celis Cadello canonico prebendado calaritano sub tit. B. Mariae de Mercede de edad de 38 años primer possessor de canonicato que dexό el M. R. Qm Iulian Cadello Retor de Tortoly en el año 1705”.

Ora è appeso nel nostro salotto a Cagliari, dalla cui veranda è bello ammirare la Cattedrale, che emerge con la sua cupola nel Castello di Cagliari, dove Antonio Emiliano si recava per svolgere le sue funzioni, lui che, discendendo dalla famiglia dei Cadell, essendo ormai lontane le aspre battaglie contro i Nierros, bandoleros contro bandoleros in Catalogna, dall’Ogliastra era arrivato fino a Cagliari, la capitale del Regno di Sardegna. L’unico erede di Lino è stato un medico del San Camillo di Roma, il nostro comune cugino dott. Gianni Cadoni (figlio di zia Anita Pinna, sorella del chimico dott. Flavio Pinna, padre di Lino), che, resosi conto del mio interesse per quel quadro, me l’ha voluto regalare per onorare la mia amicizia e parentela con Lino, i cui nonni Enrico (nonno paterno) e Angelica (nonna materna) erano fratello e sorella del mio nonno paterno Evaristo Pinna Piana Selis (Evaristo senior) e il nonno materno Efisio Luigi Cucca Selis (le cui iniziali incrociate ornavano al centro l’architrave del portone d’ingresso della sua casa) era fratello del mio bisnonno materno Ferdinando Cucca Selis. Il canonico mons. Antonio Emiliano Selis Cadello è per me come una pietra miliare, un punto di riferimento importante per la storia della famiglia Cadello, che è anche (tornando indietro nel tempo) la parte centrale e più importante della mia famiglia, che si era formata a Muravera nell’arco di duecento anni, dal ‘700 al ‘900, con famiglie provenienti da diverse parti per lo più della Sardegna e, a livello di trisnonni, erano soprattutto costituite da notai legati a parenti sacerdoti, che avevano seguito nei loro trasferimenti. I miei genitori, però, erano parenti tra di loro in quanto discendevano, anche attraverso successivi incroci, da Salvador Angel Selis di Tortolì e da donna Giuliana Sulis di Muravera (alla quale a Villaputzu era intitolata una strada di campagna), che si erano sposati nella Cattedrale di Cagliari il 9.12.1724, dove era appunto canonico il fratello dello sposo, il mons. Antonio Emiliano Selis Cadello.

La Cattedrale di Cagliari

L’erezione di tale canonicato nella Cattedrale di Cagliari sotto l’invocazione della Vergine della Mercede con relativi censi e abitati, lasciati nel 1705 dal rettore di Tortolì Giuliano Cadello, piacque all’ultimo arcivescovo spagnolo Bernardo de Cariñena, che tenne la diocesi di Cagliari dal 1699 al 1722, considerato dallo storico Pietro Martini tra i migliori vescovi della Diocesi di Cagliari, che trovò gradita la Bolla pontificia di Papa Clemente XI (1700 – 1721), (come lui stesso confermò trattandosi di atto riguardante il suo Ordine Mercedario).

Chi erano i Cadello?

Ma chi erano i Cadello che a Tortolì si erano presentati con i Carroz, incaricati dell’amministrazione del loro patrimonio? Esiste un importante documento del 3 aprile 1222 col quale, in compenso di importanti servizi resi, Nunyo-Sanche Signore del Roussillon, valle d’Espira en Conflent e con diverse signorie in Cerdagna (in catalano Cerdanya, in spagnolo Cerdaña, in francese Cerdagne, una regione storica catalana dei Pirenei), esonera e affranca completamente da ogni imposizione straordinaria Raymond Cadell, giurista di Puigcerda, appartenente a una famiglia borghese della città reale di Puigcerda, con suo padre e i suoi eredi, accogliendo lui e i suoi beni sotto la salvaguardia e protezione sovrana. Le immunità a loro concesse fecero attribuire loro il titolo di donzell. Questo documento è importante per tre motivi: a) – era la prima volta che venivano concesse quelle esenzioni, franchigie e privilegi di carattere personale, che poi diventarono frequenti sotto l’antica Monarchia; b) – veniva individuato il più lontano luogo di origine della famiglia Cadello: la città di Puigcerdà in Cerdagna; c) – fin dal XIII secolo veniva attribuito ai Cadello il titolo di “donzello”.

La torre dei Cadello a Puigcerdà

Da Raimondo discese un Giovanni Cadell, di cui vengono ricordate le gesta eroiche in guerra, essendo riuscito a salvare i suoi soldati dall’imboscata dei mori; lui, però, fu ferito e catturato dai mori. Il re lo riscattò cedendo 12 mori e premiandolo per il valore dimostrato. Un discendente di Giovanni, Guantino, si trasferì in Sardegna a Macomer e fu teste alla pace fra il Re Giovanni d’Aragona ed Eleonora d’Arborea il 24 gennaio 1388. Lo stesso Guantino prestò giuramento di fedeltà a nome della città di Oristano nelle mani di Don Giovanni di Cruilles Vice Luogotenente Generale dell’Isola nel 1410, Legato di Sassari al Re Don Alfonso il Magnanimo nel 1419. Discesero da Guantino Cadell sopra citato Pietro Paolo e Diego Sebastiano. Dal 1° discesero i Cadello dell’Ogliastra e dal 2° i Cadello di Setzu, dove la famiglia ottenne il cavalierato ereditario e la nobiltà nel 1645 con Giovanni Antioco, con la stessa arma dei nobili di Tortolì. Lo stemma della famiglia dei Cadello in Sardegna è il seguente: “d’azzurro a un rovere fruttato d’oro, sorgente da un prato di verde, affiancato a sinistra da un cane bianco passante colla testa alzata verso il rovere” (citazione tratta da “Le lontane ascendenze spagnole di una antica famiglia patrizia sarda. I Cadello” di Vittorio Prunas Tola – Collegio Araldico, Roma, 1942). La famiglia potrà vantare uno dei pochi cardinali sardi, il cardinale Diego Cadello e il Vescovo Salvatore Cadello Cugia in Gallura (1743-1756). Una Anna Cadello, forse del ramo di Tortolì, sposò nel XVI secolo Don Antonio Guiso, barone di Orosei e Galtellì. In questo ramo viene incluso anche il marchesato di San Sperate.

Esistono riguardo ai discendenti da Diego Sebastiano già diversi studi. Io intendo fermarmi sui Cadello dell’Ogliastra, a torto e a lungo trascurati.

Nel XIII secolo gli spagnoli aspiravano a estendere la loro dominazione alla Sardegna, che poteva offrire prodotti agro-pastorali, legnami, argento, sale, per cui fu ben accolto il provvedimento del 4 aprile del 1297 col quale Papa Bonifacio VIII, istituendolo “motu proprio”, aveva concesso a Giacomo II Re d’Aragona (una Confederazione formata dai Regni d’Aragona e di Valenza, più i Contadi della Catalogna) il titolo di Re di Sardegna e Corsica, con l’accordo che avrebbe lasciato la Sicilia. Nel 1313 Giacomo II nominò ammiraglio d’Aragona e di Valencia Francesco Carrόç, che con questo titolo guidò in Sardegna la grande flotta catalona-aragonese. La famiglia Carrόç fu sempre prediletta e favorita dal Re. Francesco Carrόç (1282 – 1332) il 31 Maggio 1323 partecipò alla spedizione con i suoi figli: Francesco, Berengario, Giacomo e Nicolό. Comandava la spedizione militare il principe Alfonso. Dopo circa 1 anno Giacomo II riuscì ad occupare i territori pisani di Cagliari e di Gallura e la città di Sassari. La resa totale di Pisa si ebbe il 9 Giugno 1326, quando i Pisani abbandonarono definitivamente il Castello di Cagliari. Nel 1409 il Re di Sicilia ed erede d’Aragona, Martino il giovane, sconfitti i sardi giudicali a Sanluri, si impadronì di tutta la Sardegna, ma morendo subito dopo la battaglia di malaria. La Sardegna restò sotto gli iberici per circa quattrocento anni, dal 1323 fino al 1708, quando finì sotto il dominio degli Austriaci. Nel 1717 tornò alla Spagna, ma nel 1718, in seguito al Trattato di Londra, passò sotto i Savoia, Principi del Piemonte, che divennero Re di Sardegna, diventando uno stato completamente autonomo, capace di trattati internazionali. Nel 1861 il Regno di Sardegna si trasformò in Regno d’Italia. Quindi, il nostro Antonio Emiliano Celis Cadello divenne canonico proprio nel periodo in cui l’isola passava dalla Spagna al Piemonte. La Sardegna, però, dovette mantenere a lungo gli influssi spagnoli per gli usi e costumi e la lingua, nonché anche nell’ambito della Chiesa, tant’è che il nuovo canonico era di famiglia originaria catalana, quella dei Cadello, quando fino al 1722 vi era a Cagliari l’ultimo arcivescovo spagnolo, Mons. Bernardo de Cariñena (1655 – 1722), che morì il 25 dicembre 1722 e il suo corpo restò esposto per tre giorni per poter essere venerato dai fedeli che lo consideravano santo. Fu sepolto nella cattedrale di Cagliari sotto l’altare che egli fece innalzare in onore della Madonna della Mercede.

Tomba del Mons. Bernardo de Cariñena nella Cattedrale di Cagliari

I Cadello erano il braccio destro dei Carroz, come si evince chiaramente dal Libro di tutte le grazie per il Giudicato d’Ogliastra, dove spesso vengono chiamati “magnifici”, in quanto capitani del Giudicato d’Ogliastra, quando il feudo di Quirra era in mano ai Carroz, i cui discendenti furono prima Conti e poi Marchesi. Oltre a quella dei Cadello, altre famiglie più rappresentative furono quelle dei Puliga, dei Cardia, dei Carta e dei Celis (poi Selis), questi soprattutto perché, prendendo origine da un ramo materno dei Cadello, realizzarono le aspirazioni dei Cadello che dall’Ogliastra intendevano arrivare a Cagliari. Nella Chiesa di Sant’Andrea a Tortolì i Cadello disponevano della Cappella della Santissima Trinità, dove potevano seppellire i loro morti. Per dimostrare l’importanza dei Cadello per i Carroz, trascrivo un provvedimento del Conte di Quirra (dal Libro di tutte le grazie): “Supplichiamo che quando il capitano sarà di Tortolì, che il luogotenente sia di Girasole o di Lotzorai e che gli scrivani del detto Giudicato e di Oliena siano sostituiti ogni tre anni, come si sostituisce il capitano. Piace al signor Conte, eccettuata la persona dell’attuale capitano don Giovanni Cadello, il quale vogliamo resti al nostro beneplacito. Il Conte di Quirra”.

I Carroz vennero in Sardegna nel 1323. I Cadello vennero in Sardegna da Puigcerdà (Cerdaña – Catalogna) al seguito dei Carroz per occuparsi dell’amministrazione del loro grande feudo e risiedevano a Tortolì. Il primo Cadello di cui si hanno notizie era Joan Cadello, che nel 1481 era Capitano del Giudicato d’Ogliastra. A metà del 1500 un altro Joan Cadello ebbe l’ufficio di Saliniere dell’Ogliastra, cioè controllava il mercato del sale in Ogliastra. Alla fine del 1500 il Capitano del Giudicato d‘Ogliastra era Pera Pau (Pietro Paolo) Cadello.

Il capostipite Julian Cadello
La famiglia di Julian Cadello e di Monserrada Todde

Il primo dei Cadello che si trova consultando i Quinque Libri di Tortolì, nell’Archivio Vescovile oggi di Lanusei (la sede della Diocesi d’Ogliastra venne trasferita da Tortolì a Lanusei con bolla del 5 giugno 1927 di Papa Pio XI e il 18 settembre 1927 il Vescovo Mons. Giuseppe Miglior prese possesso della nuova sede vescovile), è Julian Cadello, che ha un nome usato frequentemente dai Cadello. Egli sposò Monserrata Todde, chiamata anche con altri cognomi, come Cadello y Todde o Guiso. Dei due coniugi non si conosce l’esatta data di nascita, che dovette avvenire intorno al 1560 a Tortolì, dove i coniugi si sposarono, si può pensare, intorno al 1590 e dove vissero. Julian doveva essere Capitano o Luogotenente del Giudicato d’Ogliastra, perché nell’atto di nascita del figlio Andreas viene chiamato “Magnifico”. Julian morì il 18 Aprile 1636, con tutti i sacramenti. Fece testamento, che fu presentato dagli eredi il 6 Febbraio 1637. Fu seppellito dentro la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, dall’illustre dottor Cadello, suo figlio, con gli altri curati del paese.

I figli di Julian Cadello e di Monserrata Todde
Dal matrimonio di Julian e Monserrada nacquero 11 figli: 1 – Maria, 2 – Julian, 3 – Juan Angel, 4 – Andreas o Andreu, 5 – Jo, 6 – Lucia, 7 – Monserrada, 8 – Miguela, 9 – Barbara, 10 – Joan Nicolao, 11 – Petronilla

Il Dottor Julian Cadello, Rettore di Tortoly, Commissario del Santo Uffizio

2 – Julian fu cresimato il 9 Aprile 1601, fu ordinato sacerdote il 22 Dicembre 1620 a Cagliari, si laureò, fu Rettore a Tertenia dal 28 Maggio 1621 al 1639 e a Tortoly dal 5 Novembre 1639 al 29 Aprile 1654, fu Vicario Foraneo del Vescovado di Suelli dal 26 Novembre 1644 al 23 Ottobre 1650, fu Giudice delle Cause Pie e Commissario del Santo Uffizio. Morì il 29 Aprile 1654 con tutti i sacramenti. Fece testamento con il notaio del paese Juan Bapta Caredda il 29 Aprile 1654. Chiese il seppellimento dentro la Parrocchia, nel presbiterio.

La famiglia di Andreu Cadello e di Juana o Juanna Cossu

4 – Andreu Cadello, figlio di Julian Cadello e di Monserrata Todde, nacque a Tortoly, dove fu battezzato il 27 Giugno 1593 con il nome di Andreas. I padrini furono il signor Bartomeo Dequenza e signora Isabella. Andreas o Andreu morì il 7 Gennaio 1648, con tutti i sacramenti. Fece testamento il 5 Febbraio 1647 con Jo Antonio Sana, notaio reale. Chiese il seppellimento nella cappella della Trinità. Lasciò cinque Soldi a San Giorgio di Suelli, cinque Soldi alla Santa Crociata e due Soldi a San Sebastiano del paese.

Juana Cossu: non si sa quando e dove nacque. Probabilmente avvenne nei primi del 1600. È possibile che sia nata a Muravera, perché doveva essere sorella di Antonia Cossu. Infatti, i loro discendenti (miei antenati), i coniugi Salvador Angel Selis e donna Giuliana Sulis erano cugini di terzo grado, perché le rispettive bisnonne Juana e Antonia Cossu erano sorelle.

Non si sa dove e quando si sposarono Andreu e Juana. Si sa che vissero a Tortoly. Dal loro matrimonio nacquero 14 figli:

I figli di Andreu Cadello e di Juana Cossu
1 – Barbara, 2 – Pere Juan Bartomeu, 3 – Maria Teresa, 4 – Lusia, 5 – Margarita, 6 – Jo Salvador Julian, 7 – Lleonarda, 8 – Juan Antonj Andria, 9 – Monserrada, 10 – Jo Francesch Luxerj, 11 – Jua Angela, 12 – Jo Matheo Lucifero, 13 – Jo Antonio, 14 – Joa Maria.

Il Rettore di Tortoly Jo Salvador Julian Cadello che dispose la prebenda

6 – Jo Salvador Julian, figlio di Andreu Cadello e Juana Cossu, un personaggio di spicco dell’Ogliastra del suo tempo, uno dei personaggi più importanti per la nostra storia, che si adoperò perché la famiglia Cadello con i suoi discendenti arrivasse a Cagliari. Fu battezzato il 6 Giugno 1633. I padrini furono Signor Julian Cadello e Francesca Halenti. Julian fu ordinato sacerdote prima del 1667, quando amministrò un battesimo a Tortolì. Fu curato a Tortoly dal 6 Marzo 1669 al 1678, quando diventò vicerettore a Tortoly. Fu Rettore di Tortoly dal 1680 al 1705. Fu vicario del vescovado di Suelly dal 3 Febbraio 1691 al 26 Gennaio 1700. Morì il 25 Agosto 1705, con tutti i sacramenti. Fece testamento con il notaio pubblico del paese Joseph Maria Mamely, l’otto Agosto 1705. Nominò curatore dell’anima suo nipote, il nobile don Julian Cadello, e per compagno il nobile don Joseph Cardia Mayor (Maggiore). Chiese il seppellimento nel Presbiterio nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, dove erano seppelliti gli altri Rettori. Lasciò per i suffragi venticinque Scudi, che si dovevano usare per la celebrazione di messe lette e per i suffragi che si facevano nei termini sino all’anniversario secondo l’usanza. Chiese tre pause nel tragitto tra la casa e la chiesa e ogni sacerdote presente avrebbe dovuto cantare un’assoluzione. Lasciò dieci Scudi alla Confraternita del Santissimo Rosario in beneficio della Cappella, per l’intervento dei Confratelli al seppellimento e per le candele. Chiese che intervenissero al seppellimento i Religiosi del convento di Sant’Antonio ed i curatori avrebbero dato loro l’offerta che si dava di solito. Lasciò mezzo Scudo ad ognuna delle chiese del paese, sia di dentro che di fuori, mezzo Scudo a San Giorgio di Suelli e cinque Soldi alla Santa Crociata. Chiese che il giorno della morte tutti i Religiosi sacerdoti del convento del paese celebrassero una messa cantata con l’assoluzione. Lasciò al Reverendo Padre Guardiano del convento grande di Sant’Antonio da Padova, dei cappuccini di Cagliari, trecento Scudi, affinché celebrassero delle messe lette ed esortò che si celebrassero in un altare privilegiato, nei conventi ben visti dal Padre Guardiano, nel più breve tempo possibile subito dopo la sua morte e l’offerta l’avrebbero dovuta dare i curatori. Lasciò alla parrocchia del paese tutte le tavole di noce e castagno per fare il fonte battesimale della parrocchia e avrebbero dovuto darle i suoi curatori.

In effetti nel battistero ricavato nella base del campanile della chiesa di Sant’Andrea si trova una vasca battesimale in marmo bianco e sopra si trova “un’alta edicola in legno di noce, ricca di capitelli finemente lavorati e terminanti in una cupola”, probabilmente ottenuta con le tavole lasciate dal Rettore Juliano Cadello. In un lato della base della pila per l’acqua benedetta “addossata al primo pilastro della navata a sinistra di chi entra in chiesa è scolpita la seguente iscrizione: T.R.D. Juliano Cadello. L’abbreviazione potrebbe essere interpretata come “T(ortoliensis) R(ector) D(on) Iuliano Cadello, cioè il Juliano Cadello di cui stiamo trattando …

La prebenda disposta per un canonicato nella Cattedrale di Cagliari
(citata dal canonico Mons. Giovanni Serra in “Il Capitolo Metropolitano  di Cagliari” – Ettore Gasperini Editore 1996,  pag. 198, dove però c’è un errore sul nome del canonico che la dispose, che viene chiamato Luciano, anziché Giuliano Cadello)

Continuazione dell’esame del testamento di don Juliano Cadello, figlio di Andrew Cadello e di Juana Cossu.

… Subito dopo la sua morte il detto nipote e curatore avrebbe dovuto prendere dai soldi che aveva a casa e da quelli che aveva a Cagliari ottomila o novemila Scudi e con questa somma, con parere e assistenza dell’Illustrissimo e Reverendissimo Signor Arcivescovo di Cagliari e dell’Illustre Capitolo Cagliaritano, dovevano essere messi a censo nella città di Cagliari e delle sue appendici, in luogo sicuro, e con gli interessi del sei per cento, che lasciava e legava al detto suo nipote don Julian Cadello, che istituiva suo erede particolare, e se fosse morto lui sarebbero andati ai suoi figli e solo ai suoi discendenti e se fossero morti senza figli di legittimo matrimonio sarebbero andati al Capitolo e gli interessi sarebbero serviti per istituire dal Signor Arcivescovo di Cagliari e Capitolo Cagliaritano un canonicato. Con patto e condizione sotto descritti che i suoi parenti avessero lo jus Representanti et eligendi e siano preferiti tutti quelli della sua parentela dei Cadello e cioè quelli che sarebbero più benemeriti e se nella parentela non ci fossero soggetti capaci e benemeriti il canonicato si doveva dare a quella persona o persone più benemerite e ben viste da sua Signoria Illustrissima che sarebbe stato Arcivescovo quando avrebbero scelto il canonico, con patto e condizione che la persona che sarebbe stata nominata canonico riscuotesse gli interessi degli ottomila o novemila Scudi, affinché con quelli vivesse decentemente, come vivevano gli altri canonici, applicando sempre durante il mondo, cioè in perpetuo, in suo suffragio sia il Santo Sacrificio della messa che gli altri suffragi che si sono sempre fatti. Per avere questo canonicato il canonico doveva obbligarsi a pagare dagli interessi venti Scudi, dieci Scudi alla detta chiesa parrocchiale di Sant’Andrea apostolo di Tortoly, affinché si usassero ogni anno in beneficio e ornamento della detta parrocchia e degli altri dieci, cinque dovevano andare al Reverendo Rettore che avrebbe esercitato nella detta parrocchia per gli interessi che gli sarebbe potuti toccare dalla detta cappella della Santissima Trinità, e gli altri cinque gli lasciava alla detta cappella, affinché si usassero per i suoi ornamenti per avervi lui e gli altri della sua parentela lo Jus Patronatj e sepeliendi.

Fu seppellito nel presbiterio della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea apostolo, patrono del paese.

Il nobile Cadello

10 – Jo Francisch Luxerj, figlio di Andreu Cadello e di Juana Cossu, fu battezzato il 21 Agosto 1640. I padrini furono il Reverendo Nicolas Sanna e Sebastiana Delussu. Francisco si sposò il 15 Luglio 1676 con Antonia Pisano, figlia di Carlos e donna Geronima Cardia. Il 12 Dicembre 1692 divenne Cavaliere e il 20 Aprile 1693 divenne nobile. Il figlio don Julian si sposò il 28 Novembre 1696 con donna Monserrada Cardia, non ebbero figli per cui con lui si estinse il ramo della famiglia Cadello di Tortoly. Egli concorse, insieme ad altri benefattori, tra i quali l’Arcivescovo di Cagliari Mons. Bernardo di Cariñena, all’erezione della nuova Chiesa di Bonaria, che si decise di erigere con decisione del 1703. Jo Francesco morì il 27 Aprile 1701, con tutti i sacramenti. Fece testamento, con il notaio del paese Lucifero Celis, il 23 Gennaio 1701 ed il codicillo, sempre con lo stesso notaio, il 22 Aprile 1701. Nominò esecutori suo fratello, il Reverendo Julian Cadello, sua moglie donna Antonia Pisano e suo figlio don Julian Cadello. Chiese il seppellimento dentro la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea nella cappella della Trinità, per avervi lo Jus Sepeliendi

Fu seppellito nella parrocchia di Sant’Andrea nella cappella della Santissima Trinità.

Una curiosità

Il 2 Febbraio 1706 morì Maria Josepa Cadello, con tutti i sacramenti. Non fece testamento per non avere beni liberi ed essere schiava. I suoi padroni, donna Antonia Pisano e don Julian Cadello, offrirono per i suffragi venti Scudi, che furono usati per i suffragi e la sepoltura. Fu seppellita dentro la parrocchia di Sant’Andrea nella cappella della Trinità.

4 – Maria Teresa Cadello, figlia di Andreu Cadello e di Juana Cossu
La famiglia di Joan Antonio Sanna e di Maria Tharesa Cadello

Si sposarono il 18 aprile 1649, a Tortoly, dove rimasero a vivere.

Joan Antonio Sanna, notaio, figlio di Joan Antonio Sana e Felicia Todde, nacque a Tortoly, dove fu battezzato il 17 Ottobre 1627, con i nomi di Jua Antony (Giovanni Antonio). I padrini furono il signor Nicolau Sanna di Lotzoray e Gratia Todde. Fu cresimato 1l 1° Giugno 1634. Il padrino fu fra Antonio Fois. Morì il 27.12.1673. Fece testamento 26.12.1673 con lo scrivano del paese Dominigo Usay. Fu seppellito nella parrocchia di Sant’Andrea, nella Cappella del Santo Cristo.

Maria Tharesa Cadello, figlia di Andreu Cadello e Juana Cossu, nacque a Tortoly, dove fu battezzata il 17 Settembre 1629, con i nomi di Maria Teresa. I padrini furono Julian Cadello Rettore di Tertenia e Juanangela Querqui. Fu cresimata il 1° Giugno 1637. Il padrino fu Antonio Fois. Morì il 28 febbraio 1709. Fece testamento. Fu seppellito dentro la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea.

I figli di Joan Antonio Sanna e di Maria Tharesa Cadello
1 – Joan Simaco, 2 – Pedro Francisco, 3 – Felicia Heulalia, 4 – Antonio Effis, 5 – Mariangela, 6 – Juan, 7 – Joanna, 8 – Maria Monserrate, 9 – Juan Bapta, 10 – Francisco Lucifero (battezzato il 8.9.1665, morto il 7.9.1693).11 – Juan Diego si sposò il 4.5.1697 con Angela de Lussu, 12 – Juan Antonio Casimiro

8 – Maria Monserrata Sanna, figlia di Juan Antonio Sanna e di Theresa Cadello
La famiglia di Lucifero Celis e di Monserrada Sanna

Si sposarono il 20 Febbraio 1678 a Tortoly, dove rimasero a vivere. I testimoni furono Sisinnio Sanna, il licenziado Lucifero Muchely di Barì, Antonio Barrui, Antonio Loy e Bartholomeo Celis.

Lucifero Celis, notaio, figlio di Bartholomes Celis (luogotenente – Vedi Albino Lepori: Temi d’Ogliastra Ed Stampa 2013 pag.62 – Capitano Martino Campus Cadello) e di Felicia Pisano (nata a Lotzorai, figlia di Andrea Pisano e Petronylla Guiso), nacque a Tortoly, fu battezzato il 26.7.1643, con i nomi di Salvador Lucifero. I padrini furono i signori Salvador Selis e Juasta Guiso. Morì il 17 Aprile 1708 con tutti i sacramenti. Fece testamento il 13 Aprile 1708 con il notaio pubblico del paese Joseph Maria Mamely. Chiese il seppellimento dentro la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea nella cappella della Santissima Trinità, dove era sepolta sua moglie. Anche il fratello Bartholomeu, battezzato a Tortoly il 17.11.1630 era notaio e aveva sposato il 18, o 25 .10.1654 Mariana Fanny, figlia di Ignasio e Petronilla Corria. Un altro fratello, Juan Pera, battezzato a Tortoly l’11.3.1633 fu ordinato sacerdote e si laureò in Teologia. Fu il Rettore a Barì dal 1677 al 1684. Divenne canonico a Cagliari, dove morì dopo il 12 Luglio1685, data del testamento fatto a Cagliari con il notaio Francisco Perra.

Monserrada Sanna, nacque a Tortoly , dove fu battezzata il 15 Agosto 1661, con i nomi di Maria Monserrate. Morì il 26 novembre 1699, con tutti i sacramenti. Fece testamento il 29 Giugno 1699 con il notaio pubblico di Tortoly Nicolas Gayetano Ayraldo. Fu seppellita dentro la chiesa parrocchiale nella cappella della Santissima Trinità.

I Figli di Lucifero Celis e di Monserrada Sanna
1 – Felicia Maria, 2 – Philipe, 3 – Juan Pedro, 4 – Juana Maria Gracia, 5 – Pedro Francisco Antonio, 6 – Juan Antonio Emilian (vedi più avanti), 7 – Francisco Lucifero, 8 – Antiogo Sisinnio, 9 – Maria Theresa Jesuarda (b. 21.7.1688 ∞ 18.11.1703 con Joseph Maria Mamely di Gairo, figlio di Cristoval e Juanna Lay, † 2.11.1704, fu seppellita nella cappella della Santissima Trinità nella parrocchia), 10 – Maria Geltrudis, 11 – Maria Monserrada, – 12 – Salvador Angel (vedi più avanti), 13 – Juan Bapta

6 – Juan Antonio Emilian Celis Cadello, figlio del notaio Lucifero Celis e di Monserrada Sanna

Fu battezzato il 4 Settembre 1684 con i nomi di Juan Antonio Emilian, fu cresimato nel Febbraio 1685. Fu ordinato sacerdote. La nonna materna era Maria Teresa Cadello sposata a Joan Antonio Sanna, sorella del nobile Don Francesco Cadello e del Rettore di Tortolì Mons. Julian Cadello, il quale aveva disposto una ricca prebenda perché un discendente della famiglia Cadello fosse potuto diventare canonico della cattedrale di Cagliari senza sfigurare rispetto agli altri canonici. Finalmente si poté attribuire tale prebenda al Mons Antonio Emiliano Celis (Selis) Cadello che aggiungeva al cognome del padre quello della nonna materna. Nel 1721 era un semplice curato. In Biblioteca Francescana Sarda Anno VIII – 1999 – A pag. 40, nel Documento 1 dell’Appendice documentale dell’articolo di Padre Umberto Zucca dal titolo: Il sostegno finanziario della popolazione al Convento dei Cappuccini in Tortolì (1725 – 1766), certo Joseph Manca Mamely abitante a Tortolì (morto il 6.8.1721), fa lascito di messe al convento maggiore dei Cappuccini in Cagliari, con testamento consegnato in Tortolì il 5.8.1721 al sacerdote Antonio Emiliano Celis, curato, che poi l’ha consegnato al notaio Michele Puliga. Era senz’altro diventato canonico nel 1722, dato che su un foglio originale che si trova sul verso della cornice settecentesca del quadro di cui ho parlato all’inizio e che trascrivo si può leggere: “1722 El M.R.do Antonio Emiliano Celis Cadello canonico prebendado calaritano sub tit. B. Mariae de Mercede de edad de 38 años primer possessor de canonicato que dexό el M. R. Qm Iulian Cadello Retor de Tortoly en el año 1705”. C’erano state difficoltà per la costituzione del canonicato perché l’esecutore testamentario, don Giuliano Cadello, figlio del nobile Don Francesco, che aveva sposato il 28.11.1696 donna Monserrata Cardia, era morto senza figli. Gli era succeduta la madre, donna Antonia Cadello y Pisano, che nel suo testamento firmato davanti a Fran.co Angel Selis il 17.1.1707 lasciò ottomila scudi per adempiere al legato. Il 7 Novembre 1723 il dott. Don Giovanni Maria Solinas consegnò al canonico Antonio Emiliano Celis Cadello i censi e le case appartenenti al canonicato di prebenda, sotto l’invocazione della Vergine della Mercede, fondato nella Cattedrale di Cagliari dal Reverendo Giuliano Cadello. Così le aspirazioni dei Cadello si realizzavano concretamente con l’arrivo a Cagliari di un loro rappresentante, il canonico Antonio Emiliano Celis Cadello. Il nostro fu anche “arrendador”, appaltatore, per conto dell’Arcivescovo di Cagliari, delle decime di Gairo e di Osini. Versò per queste, nel 1724, nel 1725 e nel 1726, la somma di Libbre 387,10. Risulta che nel 1726 era canonico a Cagliari.

12 – Salvador Angel, figlio di Lucifero Celis e di Monserrada Sanna
La famiglia di Salvador Angel Selis e di Donna Giuliana Sulis

Proprio mentre don Emiliano vi era canonico, nella stessa Cattedrale di Cagliari si sposava il 9.12.1724 il suo fratello, Salvador Angel Selis con la parente in terzo grado da parte dei comuni antenati Cossu, Donna Giuliana Sulis. Dopo il matrimonio i coniugi erano andati a vivere a Tortoly.

Salvador Angel Celis, figlio di Lucifero Celis e di Monserrada Sanna, nacque a Tortoly, dove fu battezzato il 5 agosto1694. Era gemello di Juan Baptta. Fu cresimato l’undici Aprile 1701 Il padrino fu il nobile don Joseph Cardia. Salvador Angel morì il 19 Gennaio 1737. Fece testamento il 16 Gennaio 1737 con il notaio Juan Estevan Conti. Tra le altre cose nominò curatori dell’anima, dei beni e dei figli minori suo fratello il Reverendo Canonico Celis e sua moglie la nobile donna Juliana Sulis. Fu seppellito dentro la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea.

Donna Juliana Sulis, figlia di don Juan Angel Sulis e donna Justa Seraphina Sigola, era nata a Muravera, dove era stata battezzata il 10 Aprile 1703. Veniva chiamata donna. In una causa ho trovato che a Villaputzu una strada di campagna era intitolata a donna Giuliana. Don Juan Angel Sulis era fratello del padre di Donna Francesca Sanna Sulis, don Antioco Sulis. Juan Angel e Antioco Sulis erano figli del cav. Nobile don Francesco Sulis e di donna Anna Cossu. Francesco Sulis il 6 febbraio 1691 aveva ottenuto da Carlo II d’Asburgo Re di Spagna il cavalierato ereditario e la nobiltà.

I figli di Salvador Angel Celis (Selis) e di donna Giuliana Sulis

1 – Maria Francisca Ritta, 2 – Antonia Lorensa, 3 – Maria Cayetana Josepa, 4 – Pedro Juan Chrisostomo (vedi più avanti). 5 – Maria Moncerrada Sebastiana (vedi più avanti). 6 – Antonio Francisco Baltasar, 7 – Thomas Ignacio Baldirio (vedi più avanti), 8 – Juan Bapta Sebastian, b. 22 Gennaio 1736. I padrini furono il Venerabile dottor Pedro Salis e donna Josepha Cardia. Morì a Muravera il 29.6.1801. Si sposò a Muravera l’8.11.1761 con Cathalina Paderi, figlia di Ioseph Paderi e di Nicolava Cica (sorella Maria). 9 – Juan Salvador, b. 3 Febbraio 1737, dopo la morte del padre. I padrini furono il notaio Francisco Usay e Vitoria Cocoda.

4 – Pedro Juan Chrisostomo, figlio di Salvador Angel Celis e di donna Giuliana Sulis

1° matrimonio 17.9.175… a Villaputzu di Paula Satta (con Pedro Juan Chrisostomo), 2° matrimonio 15.3.1765 a Villaputzu di Paula Satta con Gaytan Camedda, nato a Serri battezzato il 8.8.1734 (f. di Sisinnio Camedda e di Juana Angela Dessì).

Pedro Juan Chrisostomo, battezzato il 22.10.1729. I padrini furono Antonio Leon Celis e donna Juana Angela Cardia. Pedro Juan fu cresimato nel febbraio 1730. Il padrino fu il nobile Reverendo don Andres Carlevari piemontese.

Paula Satta, nata a Villaputzu (figlia di Francisco Satta e di Maria Rosa Perra).

Dal 2° matrimonio di Paula Satta con Gaytan Camedda nacque Maria Anna Rosa Camedda, che si sposò tre volte:

Maria Anna Rosa Camedda

1° matrimonio 22.1.1785 con Jaime Piana di Osilo – Figlio: Notaio Proto Piana (nipote dell’omonimo Rettore di Villaputzu) coniugato con Ephisia Selis (figlia di Raffaele Selis e di Donna Rosa Sotgiu, vedova di Don Antiogo Satta). La loro figlia Raffaela Piana di Muravera sposò Battista Pinna, Segretario comunale di Muravera, figlio del Notaio causidico Pietro Maria Pinna Cambedda di Sarule (nipote dell’omonimo Vicario Parrocchiale di Muravera Pietro Maria Cambedda Pinna).

2° matrimonio 15.3.1765 con Proto Sequi di Osilo

3° matrimonio 15.7.1799 con Iosephus Maria Cucca senior di Muravera (vedovo di Maria Anna Satta) e di Maria (o meglio Minia) Padery. Figlio: esattore delle imposte Iosephus Maria = Giuseppino Cucca sposato con Maria Anna Priama Iusta Selis. CONCLUSIONE: Proto Piana e Giuseppino Cucca erano fratellastri e avevano sposato rispettivamente Efisia e Priama Selis, cugine in primo grado.

Altra figlia di Salvador Angel Celis (Selis) e di donna Giuliana Sulis
5 – Maria Moncerrada Sebastiana, figlia di Salvador Angel Celis e di donna Giuliana Sulis

La famiglia di Don Raphael Satta Guiso e di Maria Monserrata Sebastiana Selis

Si sposarono a Muravera il 20.9.1744.

Monserrata Selis Sulis, nata nel 1732 e morta a 33 anni a Muravera il 3.9.1765.

Don Raphael Satta Guiso, figlio di Don Fran.co Satta Guiso viudo di Orosei e di Donna Maria Satta.

Il figlio di Don Raphael Satta Guiso e di Donna Monserrata Selis Sulis

1 – Nobile Don Antiogo Satta Selis: 1° matrimonio a Muravera con Donna Francesca Sigola; 2° matrimonio a Muravera 11.12.1791 con Donna Rosa Sogiu, nata nel 1792, morta a 72 anni a Muravera il 14.4. 1864, figlia del Nobile Don Efis Sogiu e di Donna Maria Antioga Martis di Ussana.

Figlia di Don Antiogo Satta Selis e di Donna Rosa Sogiu: Donna Maria Raffaela Juliana Sebastiana Monserrata. Padrini: I. U.D. Don Juan Maria Angioj Iuex Supr. Mag. Cagliari e Donna Francesca Sanna Sulis. Altro figlio: Ioseph Ramon Fran.co.

Altro figlio di Salvador Angel Selis e di Donna Giuliana Sulis
7 – Thomas Ignacio Baldirio, figlio di Salvador Angel Celis e di donna Giuliana Sulis
Thomas Ignazio Baldirio Selis sposato con Iusta Maxia

Si sposarono a Muravera il 28.12.1755.

Thomas Ignazio Baldirio Selis, nato a Muravera, battezzato il 18.9.1734, morto a Muravera il 31.8.1808.

Iusta Maxia, figlia di Salvador Maxia e di Maria Cica, sorella di Nicolava.

I Figli di Thomas Ignazio Selis e di Iusta Maxia
I fratelli Raffael ed Emanuel Selis

La famiglia di Raffael Selis e di Donna Rosa Sogiu

Raffael Selis, battezzato il 14.1.1776 (Ioseph Raffael), morto il 7.10.1851, sposato il 24.2.1802 con Donna Rosa Sogiu (vedova di Don Antiogo Satta).

Figlie di Raffael Selis e di Donna Rosa Sogiu
I Pinna di Muravera

Figlia: Efisia, battezzata il 12 nata l’11.2.1805, sposata con il Notaio Proto Piana. Figlia Rafaela Piana (morta a Muravera 6.7.1896), sposata a Muravera 28.8.1853 con Battista Pinna, maestro elementare e poi segretario comunale di Muravera (figlio del notaio causidico Pietro Maria Pinna Cambedda di Sarule e di Iosepha Anna Locci di Gonnostramatza).

Da loro discendono i Pinna di Muravera.

I Cucca di Villaputzu

Altra figlia di Raffael Selis e Donna Rosa Sotgiu: Giuseppa Selis, nata cresimata a Muravera il 20-21.4.1820, morta il 14.6.1872, sposata a Muravera col Notaio Tomaso Cucca, figlio di Ioseph Maria Cucca Senior e di Maria Anna Camedda, nato a Villaputzu il 5, battezzato il 6.5.1800, morto il 19.7.1866.

Da loro discendono i Cucca di Villaputzu.

I Figli di Thomas Ignazio Selis e di Iusta Maxia
La famiglia di Emanuel Selis e di Donna Felicita Deplano

Emanuel Selis (fratello di Raffael), b. 21.11.1782 (Emanuel Edualdo Celis) sposò Donna Felicita Deplano, figlia di Pascalis, oppidi di Pauli Gerrei e di Geltrudis Lalay. Padrini: Antonio Lalay Vic.o P.le di Silius y Antonia Quartu.

Figlia di Emanuel Selis e Donna Felicita Deplano

1 – Maria Anna Priama Iusta Selis, battezzata il 31.5. 1810 cresimata in Muravera 20,21.4.1820, morta il 17.11.1902 (a 92 anni), sposata con Iosephus Maria (Giuseppino) Cucca, esattore delle imposte, figlio di Iosephus Maria Cucca Senior (i cui nonni erano il notaio Antonio Francesco Cucca Monni di Ilbono e Dominga Mameli di Gairo, che compare nella genealogia conosciuta di Goffredo Mameli) e di Minia Padery.

Da loro discendono i Cucca di Muravera.


Tavola genealogica della famiglia Cadello Celis (Selis)


Tavola genealogica della famiglia Celis (Selis) Sulis

I Cadello da Puigcerdà a Tortolì al seguito dei Carrόç – di Evaristo Pinna

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