Molti a Cagliari si chiedevano che fine avesse fatto la collezione delle bambole di Nella Crestetto Oppo, rammaricandosi che non fosse stato realizzato il museo a cui lei teneva tanto. Dopo la sua tragica scomparsa non si era più saputo niente sulla sorte delle sue bambole e degli arredi relativi. Di recente, però, è comparsa su Facebook una notizia interessante al riguardo: nella “Collezione Fontana di bambole e giocattoli” sarebbero confluiti alcuni pezzi che sarebbero appartenuti a Nella, illustrati nel libro “C’era una volta una regina”.

“Nemo propheta in patria”. Così si era espressa Nella guardando i miei quadri, in particolare uno sulla pesca del tonno. Si era negli anni 1990-91, quando l’Associazione Arti e Mestieri cercava di rivitalizzare il Castello di Cagliari. Artisti, artigiani, attori, piccoli commercianti avevano dato nuovo look e nuova vita ai sottani; nel Bastione di Saint Remy, in un vasto mercato delle pulci veniva offerto di tutto, dagli abiti usati agli oggetti antichi: battenti e cricche di ferro battuto per i portoni, fotografie, cartoline, documenti, libri. Poiché frequentavo gli antiquari, uno di loro, a quel tempo molto attivo, mi aveva invitato a esporre i miei quadri e a farne altri per mettere in luce angoli suggestivi del Castello e io volentieri avevo accettato di esporli, non tanto per venderli, ché ancora oggi significherebbe staccarmi qualche costola per ottenere miseri guadagni. Il mio amico antiquario mi aveva sistemato in un locale con due ragazzi che importavano dall’Inghilterra mobiletti e oggetti antichi. Un vecchio grammofono spandeva nel piccolo locale, quasi un budello, musiche ruffiane di antiche arie inglesi, che rallegravano e coinvolgevano i visitatori al punto che personaggi seri e importanti di Cagliari se ne andavano canticchiando e accennando passi di danza. I miei quadri venivano ammirati e qualcuno si meravigliava, come si meraviglia tuttora che io, che ero stato avvocato civilista e continuavo a essere serio docente di Discipline giuridiche ed economiche nell’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Pietro Martini” di Cagliari, potessi dedicarmi alla pittura, come se questa, la Signora Pittura, come la definiva Mario Mafai, non fosse anche lei una cosa seria. Nella Crestetto Oppo, con abbigliamento rosso – nero sulla carnagione lattea, con un curioso e simpatico cappello bombato, superata la Porta dei Leoni, imboccava la Via Lamarmora per tornare verso la sua casa, ma si fermava anche nel nostro locale e apprezzava anche i miei quadri. Oggi, a posteriori, non saprei ancora dire se con quella frase sfiduciata che ho riportato all’inizio si riferisse a me o a sé stessa, che aspirava a creare un importante Museo delle bambole. Io e mia moglie, Maria Giuseppina Cossu, ne abbiamo sempre seguito le attività perché la trovavamo interessante, originale e ne apprezzavamo la determinazione. Visitammo una prima mostra alla Cittadella dei Musei, che ci impressionò positivamente. Poi, un giorno che eravamo andati a Nuoro, alla ricerca dei nostri antenati barbaricini nell’Archivio Vescovile, in attesa dell’ora che il Mons. Marcello direttore dell’Archivio ci aveva fissato, eravamo andati a visitare una mostra che Nella aveva organizzato, esponendo le sue bambole inserite in ambienti con mobili coevi. Superato il Caffè Tettamanzi, alla fine della strada principale, dei signori di una certa età, vedendoci un po’ incerti, senza neanche interpellarci, ci indirizzarono verso la mostra della Signora delle Bambole. A Cagliari la sua fama crebbe e venne organizzata una mostra abbinata alla pubblicazione di un libro raffinato, illustrativo della stessa dal titolo “C’era una volta una regina”. La mostra era stata realizzata in Viale Trento nella Villa che fu della Famiglia Satta Semidei – Scano, dove aveva sede al tempo l’Istituto del Design. Era il segno di un traguardo importante raggiunto. Infine acquistò una casa, all’ultimo piano di un palazzo sito nel Bastione di Santa Croce, con una vista mozzafiato sul Golfo di Cagliari, che era stata un tempo di Donna Maria Delogu, che teneva un salotto letterario, ricordata anche da Raimondo Bonu in un suo libro sugli scrittori illustri sardi del ‘900. Io e mia moglie fummo invitati all’inaugurazione tramite la nostra amica Barbara Fois, docente di Storia Medievale all’Università di Cagliari, figlia del noto pittore Foiso Fois. L’atmosfera era allegra, elegante e spensierata con gli intellettuali più in vista del momento, tra i quali ricordo benissimo l’astro nascente della cultura dell’arte, il prof. Roberto Coroneo, le cui ali si sono spezzate troppo presto, privandoci di un sicuro valore emergente. In seguito si sentì dire che Nella aveva acquistato un locale per realizzare il suo Museo delle Bambole, che molto gentilmente ci fece visitare. Un giorno, mentre percorrevo la via del Bastione di Santa Croce, notai un assembramento sotto la sua casa, ma non mi fermai. Poi seppi la notizia: Nella si era suicidata nella vasca da bagno mentre gustava un ultimo gelato. Quella notizia ancora oggi emoziona me e mia moglie, che l’ammiravamo e attendevamo con curiosità e vivo interesse che realizzasse il suo sogno del Museo delle bambole, che purtroppo risultò infranto. Una lapide la ricorda nel muro del vicolo di Santa Croce che sale verso l’ingresso del palazzo della sua casa: “Nella Crestetto 1951 – 1995 – C’era una volta una Regina”.

La Signora delle bambole – di Evaristo Pinna

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