Si può, con una attenta ricerca, scrivere un testo tedioso o brillante secondo lo stile e le doti dello scrittore.

Penso utile fare alcune riflessioni da semplice essere umano.

Il dialogo verbale

Appena si nasce il primo richiamo è il vagito o il pianto…

Subito gli astanti emettono suoni gutturali e improbabili: “ghiri ghiri”, “bu bu”… o giù di lì…

Interviene un poderoso “pussi pussi” del papà! “non è un gatto…”

Interviene la nonna; subito riprende con il suo: “ghiri… ghiri…”

La creatura comincia ad associare il pianto e il gesto ad un bisogno e al suo soddisfacimento.

Interviene allora la madre che comincia: “dì mamma”.

La creatura comprende dopo qualche tempo e comincerà ad utilizzare il linguaggio materno.

Da quel momento sarà un lingua madre… e imparerà a parlare nella lingua dei padri. Chiamerà le cose, gli eventi, il mondo, con parole apprese nella società in cui vive.

Si realizza il “Dialogo verbale“.

Il dialogo scritto

Le nostre creature ormai di madre lingua cercano e danno notizie di sé e della natura dei luoghi in cui vivono e degli animali che la popolano.

Si diffondono i grafiti rupestri, nei nostri tempi reintepretati dai “murales”.

Le parole trovano la loro forma scritta. La forma scritta, la sue regole, la sua grammatica.

Diviene poesia, prosa, memoria del passato, anticipazione del futuro.

Si afferma il “Dialogo scritto”.

Alcune considerazioni

Condivido la riflessione del professor Carlo Vegge, docente dell’Università di Napoli, autore de “Il sorriso di Caterina, la madre di Leonardo”.

Egli afferma tramite uno dei protagonisti: “Come tutti nel nostro popolo, non so come funziona la scrittura, anche se ho visto i popoli vicini usarla e ho trovato nei tumuli e nelle case dei morti lastre antichissime con strane e incomprensibili incisioni, perché la scrittura deve essere una magia con cui si fanno prigioniere le parole che altrimenti sono fatte d’aria. Sigillandole nel tempo si permette loro di attraversare la frontiera tra la vita e la morte. Per questo le scritture sono incise.”

Altre rlflessioni

L’insieme delle parole scritte e verbali veicolano “Cultura”, cosi sostiene il prof. Giovanni Padroni, economista aziendale.

L’uomo vive una esistenza realmente umana anzitutto grazie alla cultura che ha nel linguaggio: un elemento essenziale, alimentandosi attraverso le sue radici.

Con San Bernardino da Siena si può sostenere: “chi parla chiaro ha chiaro l’animo suo”.

E prosegue con: “perché la cultura non può che essere dell’Uomo, dall’Uomo, per l’Uomo”.

Ed è mediante la Cultura che avrà senso compiuto la frase di Pascal: “L’Uomo supera se stesso, infinitivamente, perché è sempre in cammino verso la pienezza infinita”.

Se leggendo verrà voglia di ascoltare e parlare faremo un pezzo di strada insieme…

Il linguaggio e la cultura – di Luigi Di Marco

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