Introduzione

Il seguente articolo ha come obiettivo spiegare le diverse fasi di esecuzione di un film. Una di queste è appunto la traduzione audiovisiva del film stesso. Questa tecnica, nata a seguito della nascita del cinema sonoro, permette la comprensione di film stranieri anche a persone che non parlano la lingua della versione originale del film. Vi sono diverse tecniche di traduzione audiovisiva ma le più utilizzate sono i sottotitoli e il doppiaggio. In particolare, dopo aver analizzato il linguaggio cinematografico nel primo paragrafo e nel secondo la traduzione audiovisiva, nel terzo capitolo verrà analizzata la traduzione per i sottotitoli e il doppiaggio in italiano del film francese “L’Auberge espagnole”.

 

  1. Linguaggio cinematografico

La realizzazione di un film è un’attività che richiede molte risorse. Innanzitutto è importante la stesura del soggetto che è un riassunto dell’idea che si vorrebbe creare. Deve essere scritto in modo tale da attirare e coinvolgere il produttore che successivamente deve interessarsi al finanziamento del film. Vi sono due diversi tipi di soggetto (Tritapepe, 1995: 23):

  • Originale: creato con lo scopo di realizzarlo cinematograficamente
  • Derivato: tratto da opere esistenti, eventi o fatti di cronaca accaduti

Alla scelta del soggetto, vi seguono altre fasi di realizzazione di un film. La prima è la scaletta che consiste nell’organizzare cronologicamente e in maniera sintetica gli eventi del film. La lunghezza della scaletta dipende dal genere di film da creare, per decidere se inserire anche i dettagli.

Il trattamento, chiamato anche pre-sceneggiatura, è una sorta di soggetto più approfondito che descrive le varie scene delineate dalla scaletta creata precedentemente. In questa fase lo scopo è quello di avvicinarsi al linguaggio e allontanarsi dalla scrittura per entrare nel vivo dello svolgimento della storia (Tritapepe, 1995: 30).

Infine si arriva alla sceneggiatura che rappresenta la stesura più estesa del trattamento in cui devono necessariamente trasparire anche le emozioni. Essa può essere creata in due modi diversi (Tritapepe, 1995: 31):

  • All’italiana, redatta su due colonne: a sinistra la parte descrittiva dell’azione e a destra tutta la parte legata al sonoro come dialoghi dei personaggi e musica. Inoltre bisogna cambiare pagina ad ogni cambio scena e si scrive CONTINUA nel caso in cui una pagina non bastasse per una sola scena.
  • All’americana, redatta per linee orizzontali su tutta la pagina e il dialogo è inserito in una colonna centrale.

Ma queste due pratiche hanno in comune delle caratteristiche: la divisione in scene con lo stesso termine per evitare confusioni, la descrizione delle azioni fatta sempre al tempo presente e i dialoghi scritti nel linguaggio parlato; inoltre non bisogna utilizzare parole ed espressioni letterarie che potrebbero risultare difficili (Tritapepe, 1995: 34-35).

Una volta terminata questa fase, si comincia lo spoglio della sceneggiatura. Consiste nel suddividere tutte le risorse necessarie alla creazione del film come per esempio l’elenco dei personaggi e degli ambienti, i luoghi scelti per le riprese, il fabbisogno scena, il fabbisogno-costumi, il fabbisogno tecnico (Tritapepe, 1995: 48-49).

Tutti coloro che si occupano della parte organizzativa e amministrativa del film formano la produzione:

  1. Il produttore deve scegliere il soggetto del film, reperire i fondi per la sua creazione e assume il regista, il direttore di produzione e stipulare accordi con la distribuzione.
  2. Il regista è in un certo senso l’autore dell’intera opera. Per esempio lui sceglie gli attori.
  3. Gli scenografi scelgono gli ambienti per lo svolgimento del film e si interessano alla costruzione degli elementi di scena.
  4. Il direttore di fotografia ha uno dei ruoli più importanti. Deve interessarsi all’illuminazione e all’atmosfera degli ambienti. È affiancato da elettricisti e macchinisti.
  5. I fonici si occupano colonna sonora che viene successivamente trascritta all’interno del film.
  6. Il montaggio mette insieme le diverse scene ma non in maniera meccanica poiché deve considerare diversi fattori, per esempio la sincronizzazione labiale.

Proprio in questo ultimo punto, subentra la traduzione audiovisiva, cioè l’adattamento della pellicola per un pubblico che parla una lingua straniera. Nel paragrafo successivo sarà affrontata la questione della traduzione audiovisiva per poi passare all’analisi di un caso di specie.

 

  1. La traduzione audiovisiva

Negli anni 1930 si abbandona il cinema muto per abbracciare il cinema sonoro. Lo scopo è quello di trasmettere un messaggio al pubblico che fosse ancora più chiaro (Chomentowski, 2014: 55).

Questo comporta la creazione di prodotti audiovisivi in diverse lingue. Per questo motivo vi è il bisogno di internazionalizzarli attraverso il processo della traduzione audiovisiva.

Quando sono stati fatti i primi studi di questo tipo di traduzione, essa è stata denominata in modi molto diversi (film translation, traduzione per lo schermo, trasferimento linguistico, traduzione multimediale…) per poi passare a quella più consolidata: traduzione audiovisiva, che mette in evidenza lo scopo ultimo di questa forma traduzione: tradurre un prodotto che utilizza simultaneamente il canale acustico e quello visivo (Perego, 2005: 8).

Semioticamente, il linguaggio filmico è caratterizzato da diversi codici che coesistono all’interno del prodotto audiovisivo per darne un senso. Esistono diversi tipi di traduzione audiovisiva utilizzati secondo le esigenze e le preferenze dei vari paesi (Perego, 2005: 23). I più utilizzati sono i sottotitoli e il doppiaggio.

I sottotitoli: traduzione scritta dei dialoghi originali fatta attraverso un testo di due righe che appare sulla parte inferiore dello schermo. Essi sono a loro volta suddivisi in sottotitoli interlinguistici (cioè che traducono il film in un’altra lingua) e intralinguistici[1] a seconda dell’uso per il quale sono stati progettati.

Il doppiaggio: traduzione orale dei dialoghi originali che sostituisce la colonna sonora originale. Questo avviene attuando una sincronizzazione dei movimenti labiali.

In questo articolo ci concentreremo su entrambe queste tecniche relativamente al film francese “L’Auberge Espagnole”, paragonando la traduzione italiana per il doppiaggio e quella per i sottotitoli.

 

  1. “L’Auberge Espagnole”

Il film “L’Auberge Espagnole” è una commedia francese realizzata dal regista francese Cédric Klapish nel 2003. Il film racconta la storia di un ragazzo francese, Xavier, che decide di studiare un anno a Barcellona grazie al programma di scambi internazionali Erasmus, per riuscire a ottenere un lavoro al ministero delle finanze francese grazie all’aiuto di un amico di suo padre. Arrivato in Spagna dividerà l’appartamento con altri sette studenti, tutti di nazionalità diverse. Insieme affronteranno momenti felici e anche problemi. Alla fine torna in Francia cambiato da quest’esperienza e capisce che in realtà quello che ha sempre voluto fare è seguire il suo sogno: fare lo scrittore.

Il Titolo

Dal punto di vista traduttivo, il film presenta diversi spunti interessanti, che saranno qui di seguito analizzati. Innanzitutto il titolo del film “L’Auberge espagnole” è stato tradotto in italiano come “Appartamento spagnolo”. L’espressione francese risale al XVIII secolo e si riferisce alle locande tipiche della Spagna dell’epoca, famose per la loro sciatteria e nelle quali era essenziale portarsi da mangiare se si voleva sopravvivere. Erano essenzialmente utilizzate dai viandanti e dai pellegrini che sostavano solo una notte per poi ripartire l’indomani. In francese, questa espressione suggerisce sia il rimando storico sia il riferimento all’appartamento nel quale è ambientato il film. In italiano, sfortunatamente non c’è un’espressione che permetta di esprimere entrambi i sensi. Pertanto il traduttore ha optato per la scelta più immediata, garantendo quanto meno la comprensione dell’oggetto del film.

Multilinguismo

Nel corso del film sono presenti molti esempi di multilinguismo, visto che i personaggi sono tutti stranieri e comunicano essenzialmente in spagnolo (lingua del paese in cui si trovano), inglese (lingua veicolare e materna di due personaggi) e francese (lingua materna di due personaggi principali), salvo alcune comparse dell’italiano, il tedesco, il danese e il catalano. La strategia usata dal traduttore dei sottotitoli è stata quella di tradurre le lingue principali in italiano, salvo qualche eccezione, e le lingue minori non sono state tradotte. Nel doppiaggio, il traduttore ha correttamente tradotto solo il francese. Un esempio di questo multilinguismo è il seguente:

Personaggio Versione Originale Sottotitolo in italiano Doppiaggio in italiano
Bruce We have to check le… Dobbiamo controllare il contatore We have to control the…
-Xavier
-Bruce
-Soledad
compteur.
The fuse-box.
Los fusibles.
I fusibili. contatore
The fuse-box.
Los fusibles.

 

 

In questo caso i personaggi utilizzano lingue diverse per il termine “contatore” perché lo conoscono solo nella propria lingua materna. Il multilinguismo scompare nei sottotitoli, che trasformano tutto in italiano. Anzi viene aggiunto il termine “fusibili” che non ha lo stesso significato, ma appartiene allo stesso ambito semantico. Invece il multilinguismo rimane evidente nel doppiaggio, che ricalca la struttura dell’originale, sostituendo solo la parte in francese, che è la lingua del film.

 

Turpiloquio

Il linguaggio volgare viene “censurato” in entrambe le diverse pratiche di traduzione ma in modo particolare nei sottotitoli.  Il segmento seguente ne è un esempio:

Personaggio Versione Originale Sottotitolo in italiano Doppiaggio in italiano
Xavier Putain, merde ! Accidenti! Che palle! Porca miseria!

 

 

In italiano non è molto comune utilizzare il termine “accidenti”. Infatti è un termine che si riscontra solo in pochissimi casi e perlopiù nella lingua scritta. La censura è un aspetto molto interessante della traduzione audiovisiva. Spesso si assiste a veri e propri casi di “ingentilimento” del turpiloquio usato nelle versioni originali, ritenendo che in italiano tali espressioni siano eccessive. Se nei sottotitoli c’è il fattore della lingua scritta, che potrebbe in qualche modo essere considerata più autorevole di quella orale, nel caso del doppiaggio, sfumare la portata espressiva dell’originale appare del tutto insensato. Un esempio ancor più chiaro è il successivo, che stranamente presenta la stessa soluzione sia nel caso del doppiaggio sia del sottotitolaggio: il termine “bite” (letteralmente “cazzo”) è tradotto con “affare”.

Personaggio Versione Originale Sottotitolo in  italiano Doppiaggio in italiano
Isabelle Croyez que votre bite donne du plaisir, Pensate che sia solo il vostro affare a eccitarci. Pensate che sia solo il vostro affare a eccitarci

 

 

Un ultimo esempio è il termine “frog” (letteralmente “rana”), considerato come un insulto nei confronti dei francesi, è stato ben tradotto nei sottotitoli perché nell’immaginario collettivo italiano i francesi mangiano le rane. Tuttavia, nel doppiaggio è stato utilizzato il termine “lesbian” che non ha alcun legame con il termine originale “frog”. Ne ha tuttavia con la trama del film, perché uno dei personaggi all’interno dell’appartamento è lesbica.

Personaggio Versione Originale Sottotitolo in  italiano Doppiaggio in italiano
Wendy Leave me alone,
you frog!
Lasciami in pace,
mangiarane.
Leave me alone, you lesbian!
Xavier Come on,
I’m not a frog!
Ma dai! Non sono
un mangiarane!
Non ti lascio in pace!
E non sono lesbico!

 

 

Un’altra curiosità presente nel seguente passaggio fa sempre riferimento al multilinguismo di cui abbiamo discusso sopra. Qua i personaggi parlano in inglese. Nel sottotitolo italiano l’inglese è stato sostituito completamente con l’italiano, mentre nel doppiaggio è stata adottata la strategia di far parlare i personaggi ognuno nella stessa lingua (Wendy è inglese e Xavier è francese ma nel caso del doppiaggio è come se fosse un personaggio italiano).

Documenti

È molto evidente che i traduttori non hanno effettuato molte ricerche per mancanza di tempo o di volontà. Questo si riscontra nei seguenti segmenti:

Personaggio Versione Originale Sottotitolo in  italiano Doppiaggio in italiano
Femme
des services
Bon alors pour un dossier d’Erasmus pour un DEA c’est pas compliqué, La richiesta di una borsa Erasmus

per una ricerca non è complicata

Sì allora, per una richiesta di una borsa Erasmus per una ricerca non è molto complicato.
Femme
des services
c’est sur la petite fiche dans le dossier. Dovrebbe saperlo. Le istruzioni sono sul modulo Dovrebbe saperlo. Le istruzioni sono sul modulo
Femme
des services
 Il vous faut l’accord de votre directeur de recherche ici, Ci vuole il nullaosta del suo direttore di ricerca, Intanto ci vuole il nullaosta del suo relatore qui da noi,
Femme
des services
il vous faut l’accord et la signature de votre directeur de recherche là-bas, il nullaosta e la firma del relatore dell’altro paese, ci vuole il nullaosta e firma del relatore dell’altro paese,
Femme

des services

il vous faut l’accord de votre université d’accueil et l’accord de cette université, il benestare dell’università ospitante e della nostra ci vuole il benestare dell’università ospitante e il benestare della nostra, è ovvio.
Femme

des services

votre carte de mutuelle étudiant vous me la donniez. La carta sanitaria studentesca la lascia a me. La carta sanitaria studentesca che mi deve lasciare.
Femme

des services

Vous êtes à la Smerep ou à la Mnef ? È della Smerep o della Mnef? Lei, mi scusi, è con la Smerep o con la Mnef?

 

 

In questi esempi sono presenti molti errori di traduzione. Nel primo segmento il “DEA” non è un progetto di ricerca ma un “master”. Di seguito, il “directeur de recherche” non è il relatore o il direttore della ricerca ma il corrispettivo italiano del “responsabile Erasmus”. Il termine “accord” è stato tradotto come “accordo” e “nullaosta”, che è più appropriato. Invece, la “carte de mutuelle étudiant” è stata tradotta come “la carta sanitaria studentesca” che non esiste in Italia, al contrario della tessera sanitaria. Infine Smerep e Mnef sono casse di previdenza sanitaria. Una traduzione potrebbe essere “a quale cassa di previdenza sanitaria aderisce?” Nel caso del doppiaggio non si ha molto tempo a disposizione quindi in questo caso è stata fatta una scelta in linea con i vincoli tecnici.

Fraintendimenti

I seguenti dialoghi rappresentano una difficoltà di comprensione fra due persone di nazionalità differente, Wendy la ragazza inglese e la mamma di Xavier:

Personaggio Versione originale Sottotitolo in italiano Doppiaggio in italiano
Wendy Xaxier’s gone to school Xavier è andato a scuola. Xavier è andato all’università.
-Mamma
-Wendy
-Ah, il est à la fac.
-What?
– Certo, alla “fac”.
– Cosa?
– Basta che scriva “chiama mamma dopo fac”.
– Pardon?
Mamma La fac. Dopo fac, lui capirà.
-Wendy
-Mamma
– La fuck?
– Yes, after fac,
– La “fuck“?
– Sì. Dopo la fac,
– Dopo fuck?
– Sì.
Mamma il doit téléphoner maman. telefoni alla madre. Lo scriva su un bigliettino
e mi raccomando glielo dia.

 

 

I due personaggi non riescono a capirsi per la somiglianza del termine francese “fac” (che significa “facoltà”) e il termine inglese “fuck” (letteralmente “fottere”). I sottotitoli mostrano bene questa differenza grazie alla possibilità di scrivere in due modi diversi la stessa parola, mentre nel doppiaggio la somiglianza fonetica ne impedisce la comprensione e per questo si opta per un annullamento della battuta.

Toponimi

Xavier passeggia per le vie di Barcellona e scopre i diversi nomi delle vie e dei quartieri. Allora pensa a quando tornerà in Francia e questi nomi un po’ bizzarri saranno solo nascosti in una parte del suo cervello come altri nomi di comuni francesi che ricorda:

Personaggio Versione originale Sottotitolo in italiano Doppiaggio in italiano
Xavier Urquinaona s’est doucement glissé à coté de Mouffertard, de Bondoufle, Pontault-Combault, Urquinaona è accanto a untume, catapulta, Urquinaona ormai troneggia accanto a untume, catapulta,
Xavier de Marolles-en-Hurepoix, de Mandelieu la Napoule ou de Knokke-le-Zoute. upupa, decubito, cumulonembo, Ulan Bator, Uma Thurman. upupa, decubito, cumulonembo, Ulan Bator, Uma Thurman.

 

 

In entrambi i casi il traduttore opta per nomi scelti a caso, vagamente complicati, che rendono seppur minimamente l’effetto umoristico. Una soluzione più vicina all’originale poteva essere la semplice ricerca di nomi bizzarri di località italiane. Invece si opta essenzialmente per parole banali poco usate (untume, catapulta, upupa, decubito, cumulonembo), per un toponimo internazionale (Ulan Bator) e per la povera Uma Thurman, che si trova inspiegabilmente coinvolta in questo film probabilmente a sua insaputa. Interessante è notare come la traduzione sia uguale in entrambi i casi, segno che i sottotitoli sono stati prodotti dal doppiaggio e non dalla versione originale. Questa operazione non è ortodossa nella produzione dei sottotitoli, perché nel doppiaggio possono avvenire delle modifiche al testo originale a seguito delle convenzioni tecniche che modificano il senso dell’originale. I sottotitoli sono quindi una traduzione della traduzione. Per chi ha esperienza con il telefono senza fili, è facile comprendere quanto questa esperienza sia rischiosa e poco deontologica.

Conclusioni

Il risultato di questa analisi ci ha portato a notare macrostrategie e microstrategie significative, che rendono questa pellicola di particolare interesse per i traduttori audiovisivi. Innanzitutto c’è da evidenziare una strana somiglianza tra i sottotitoli e il doppiaggio, emersa nella fase di analisi degli aspetti oggetto del presente lavoro. Molto probabilmente perché i sottotitoli sono stati creati a partire dal doppiaggio, nonostante, nella professione, sottotitolatori e doppiatori traducano direttamente dalla versione originale, perché entrambe le pratiche hanno vincoli tecnici che possono a volte portare a modifiche qualitative e quantitative sostanziali della versione originale. Appurata questa anomalia, potrebbe sembrare inutile proseguire con l’analisi. Tuttavia alcune divergenze nel trattamento degli aspetti summenzionati sono di particolare interesse traduttivo sia a livello generale che particolare.

A livello di macrostrategie, nella prassi traduttiva i sottotitoli tendono a non modificare troppo il contenuto del film perché devono attenersi di più alla versione originale, che rimane presente nel film sottotitolato. Anche nel film in questione, molto spesso il sottotitolatore è rimasto legato all’originale traducendo in maniera fin troppo letterale alcuni passaggi. Però c’è da evidenziare un aspetto tipico di questi sottotitoli: essi traducono tutte le lingue presenti all’interno del film e non solo il francese, che dovrebbe essere l’unica lingua da tradurre visto che è la lingua originale del film e che le altre lingue presenti sono state pensate per produrre un effetto estraniante nel pubblico. Tuttavia, questa scelta non è mantenuta per tutto il corso del film. Sembra infatti che il sottotitolatore abbia deciso di tradurre solo ciò che riteneva non si sarebbe capito, dato che alcune espressioni in spagnolo abbastanza trasparenti anche in italiano non vengono tradotte.

Sempre a livello di macrostrategie, nel doppiaggio il traduttore può proporre qualsiasi cambiamento poiché la colonna sonora originale viene integralmente sostituita con la versione tradotta in italiano. Nel film in questione, il direttore del doppiaggio sembra optare per una strategia diversa rispetto a quella adottata dal sottotitolatore: tradurre solo le parti più importanti, indipendentemente dalla lingua di partenza. Quindi, nonostante la lingua più tradotta sia principalmente il francese, vengono tradotte in italiano anche le altre lingue presenti nel film, ma solo nelle scene di particolare importanza. Normalmente, come insegnano i film di James Bond, la soluzione adottata nei film doppiati per tradurre le lingue straniere presenti nella versione originale è l’uso dei sottotitoli. Il risultato finale è che doppiaggio e sottotitolaggio seguono percorsi diversi, salvo incontrarsi nel caso una lingua straniera sia usata in una scena importante per la comprensione della narrazione.

A livello di singole strategie, sono stati analizzati diversi aspetti che sono presenti nel film. Uno di questi è il multilinguismo, caratteristica precipua del film in questione. Questo elemento rimane, come detto, nel doppiaggio (che traduce tutte le battute in francese e le battute principali in inglese e spagnolo), ma scompare nei sottotitoli che traducono tutte le lingue.

Quanto al linguaggio scurrile, esso viene “censurato” nella versione tradotta in italiano, soprattutto nei sottotitoli, perché probabilmente il sottotitolatore valuta di maggiore impatto cognitivo l’uso del turpiloquio nella lingua scritta.

Altro caso interessante è quello della traduzione della lingua della burocrazia. Normalmente si cercano i corrispettivi nella lingua di arrivo per poter rendere più accettabile il film allo spettatore. Invece, entrambe le pratiche di traduzione adottano la stessa strategia: tradurre in maniera fin troppo letterale, assolutamente estraniante, i documenti nominati nelle scene iniziali.

Nel caso dei fraintendimenti, sottotitoli e doppiaggio attuano scelte diverse. Il sottotitolo permette di disambiguare l’omofonia grazie alla sua natura scritta, facilitando così la comprensione del gioco di parole. Il doppiaggio, invece, elimina l’effetto umoristico della battuta usando termini che non rispecchiano il gioco di parole. Un altro caso di figure retoriche riguarda i toponimi usati nel film per spiegare un pensiero del protagonista. In entrambi i casi, il traduttore ha cercato di mantenere un aspetto umoristico dell’originale cercando parole che riproducessero l’effetto voluto dal regista, andando quindi a privilegiare l’addomesticamento all’estraniazione, tecnica usata per tutto il corso della traduzione del film.

Bibliografia

Tritapepe, R. (1995) “Linguaggio e tecnica cinematografica”, San Paolo Edizioni.

Perego, E. (2005) “La traduzione audiovisiva”, Roma: Carocci Editore.

Chomentowski, G.(2014) « Du cinéma muet au cinéma parlant », Cahiers du monde russe, 55/3-4, http://journals.openedition.org/monderusse/8008 (ultimo accesso 30/05/2018)

 

[1] Sottotitoli nella stessa lingua dei dialoghi originali che sono rivolti soprattutto ai non udenti e audiolesi ma anche a coloro che vogliono imparare una lingua.

La traduzione audiovisiva – di Giuliana Talio

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