Il cibo del futuro o l’ennesima moda passeggera?

«L’Unione Europea ci farà mangiare grilli in polvere.»
«Mangiare insetti è pericoloso e aumenta il rischio di allergie.»
«Alcuni supermercati inseriranno di nascosto farina di grilli e larve nei prodotti alimentari.»

E ancora:

«Il cibo in provetta è una tecnologia dai contorni oscuri.»
«La carne sintetica è pericolosa e mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale.»
«Si tratta di una precisa strategia delle multinazionali, che con abili operazioni di marketing puntano a modificare gli stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione.»

Quelle riportate sopra sono solo alcune delle frasi che hanno circolato di recente su giornali, siti web e social network, a seguito di alcune novità normative sulla commercializzazione di insetti a scopo alimentare e sulla possibilità di produrre carne in laboratorio. Si tratta di due temi apparentemente molto diversi, ma accomunati da una grande quantità di polemiche e da una strenua opposizione, soprattutto da parte di una certa area politica e dell’associazione degli agricoltori Coldiretti.

Ma andiamo con ordine, e partiamo dai fatti.


La farina di grillo – Le novità normative

A gennaio 2023 è stato emesso un regolamento europeo che ammette la commercializzazione ai fini alimentari di prodotti a base di grilli. Nello specifico, l’autorizzazione è stata fornita esclusivamente alla ditta Cricket One Ltd., per la commercializzazione della sua farina parzialmente degrassata di grillo domestico. L’immissione in commercio di novel food, ovvero dei “nuovi alimenti” (prodotti non consumati in maniera significativa in Europa prima del 1997) prevede infatti un iter autorizzativo piuttosto complesso e, a seguito di una serie di valutazioni approfondite sulla sicurezza del prodotto, l’autorizzazione viene fornita esclusivamente alla ditta che ne ha fatto richiesta, e solo per quello specifico prodotto. In realtà, la farina di grilli non è il primo alimento a base di insetti autorizzato in Europa, ma per qualche motivo è quello che finora ha fatto più rumore. Ad oggi è effettivamente possibile acquistare queste farine, ma anche crackers, fette biscottate, barrette ed altri alimenti che le contengano. La loro diffusione resta comunque molto ridotta, ed è prevalentemente limitata agli acquisti online. In ogni caso, nessuno inserisce insetti di nascosto nei prodotti alimentari: esattamente come per tutti gli altri alimenti, è sempre obbligatorio indicare chiaramente in etichetta l’intera lista degli ingredienti, in modo che il consumatore sia libero di fare le proprie scelte.


La carne coltivata – La polemica

La polemica sulla carne coltivata (spesso impropriamente chiamata “sintetica”) è nata con una petizione di Coldiretti, che ha preso avvio a novembre 2022. L’associazione degli agricoltori si è infatti mobilitata a seguito degli importanti investimenti di alcune aziende nel settore di ricerca e sviluppo per la produzione in laboratorio di carne ed altri prodotti animali. Ad oggi non siamo in alcun modo in grado di produrre carne sintetica, cioè generata mediante reazione chimica, e al momento questa via non sembra essere minimamente percorribile. Gli studi vengono invece effettuati su carne coltivata: è sempre necessario partire da cellule vive, estratte da animali in carne ed ossa, che vengono poi fatte riprodurre in laboratorio. La crescita viene quindi proseguita fino a raggiungere un quantitativo sufficiente a produrre, ad esempio, un hamburger o una salsiccia. La tecnologia necessaria per questo tipo di lavorazioni è già nota, ma occorrono ulteriori studi per migliorare i processi produttivi, puntando magari ad abbattere i costi o a ridurre il consumo di acqua. In ogni caso, questi prodotti non sono al momento commercializzabili in Europa perché, essendo in fase di studio, nessuna azienda ha ancora intrapreso l’iter autorizzativo necessario. Ciò nonostante, la movimentazione di Coldiretti ha infine portato alla promulgazione di una legge che parrebbe vietare il commercio e la produzione di carne ed altri alimenti ottenuti in laboratorio. Questo nuovo divieto non modifica in alcun modo la situazione normativa, dato che si tratta di prodotti già vietati dall’Unione Europea, e verrebbe comunque a cadere qualora arrivasse un giorno il via libera comunitario, perché nessuno Stato può impedire la libera circolazione delle merci nel territorio europeo.


Perché dovremmo introdurre alimenti nuovi?

Quando si parla di introdurre nuovi alimenti nella propria dieta, è estremamente difficile intravedere un reale vantaggio, soprattutto se, come in questo caso, si tratta di alimenti così lontani dalla nostra cultura. Le tradizioni culinarie italiane sono così forti e così tanto legate al nostro vissuto emotivo da causare spesso una strenua resistenza ad ogni piccola innovazione, soprattutto se questa risulta, almeno all’apparenza, calata dall’alto. Ma, almeno in qualche caso, una buona ragione c’è.

La farina di insetti e la carne coltivata sono prodotti innovativi, che cercano di rispondere alla grande richiesta del mercato di prodotti proteici, ponendosi come alternativa ai classici prodotti animali. È sempre più frequente, infatti, trovare persone che dedicano molta attenzione alla propria alimentazione e che cercano di bilanciare al meglio i nutrienti che assumono, allo scopo di dimagrire, migliorare le proprie prestazioni sportive o anche solo per mantenersi in salute. In Italia, dato il nostro grande amore per pasta, pane e pizza, ciò si traduce spesso nel tentativo di aumentare il proprio apporto proteico. Tuttavia, questa esigenza è in contrasto con il frequente desiderio di ridurre il proprio impatto ambientale e/o la sofferenza animale, esigenza sentita soprattutto dai più giovani.
L’assunzione di insetti potrebbe essere una soluzione ad entrambi i problemi, in quanto sembra che questi animali non siano in grado di provare dolore (o, perlomeno, non come lo intendiamo noi esseri umani) ed il loro allevamento è generalmente molto più sostenibile rispetto a quello di mammiferi e ruminanti. Per noi europei, l’idea stessa di mangiare insetti può apparire molto strana e tante persone provano ribrezzo al solo pensiero. Ma in buona parte del mondo gli insetti sono consumati abitualmente e considerati persino una vera prelibatezza! La nostra iniziale reticenza può essere in buona parte superata grazie alla produzione di farine, che rendono più difficilmente individuabile la natura dell’alimento.
La coltivazione di carne in laboratorio, come abbiamo visto, è un processo ancora agli albori, ma presenterebbe pressappoco gli stessi vantaggi: dato che da un prelievo molto piccolo è possibile produrre potenzialmente una grande quantità di materiale, sarebbe necessario allevare molti meno animali, e si potrebbero perciò eliminare gli allevamenti intensivi e le enormi sofferenze che essi provocano. Per quanto riguarda l’impatto ambientale, per poter fare dei confronti adeguati occorre proseguire la ricerca, perché i processi produttivi devono ancora essere ottimizzati, ma ci sono ottime probabilità che anche su questo fronte si possano ottenere ottimi risultati.

L’alimentazione degli italiani è molto cambiata negli ultimi decenni, ed è certamente destinata a cambiare ancora. Basti pensare banalmente al consumo di avocado, che negli ultimi due anni è quasi decuplicato, grazie alla diffusione delle pokerie. A patto che i controlli sulla sicurezza alimentare siano garantiti, sarebbe sempre opportuno lasciare i cittadini liberi di scegliere cosa mangiare, e l’innovazione non dovrebbe mai essere contrastata a priori. In ogni caso, i più scettici e tradizionalisti non hanno assolutamente niente da temere: anche se la diffusione di questi prodotti dovesse un giorno aumentare, chi non desidera consumarli sarà sempre libero di farlo.

Insetti e carne coltivata – di Eleonora Conca

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