Un profano che, nel 2023, volesse avvicinarsi allo studio della stenografia – materia oggi estromessa da ogni sistema scolastico – potrebbe pensare di essere destinato alla solitudine; di essere costretto a percorrere vie dimenticate, ancorate a un mondo che non esiste più. Ciò corrisponde in parte alla realtà: poco si trova, al di fuori degli archivi più pregiati, su sistemi quali il Nuzzi o il Cristofoli, che presenta forme tanto aggrovigliate quanto bizzarre; o ancora il Falzone, i cui tratti ricordano il Gabelsberger-Noe e la cui forma basilare, la «celere scrittura», ci riporta alla Stenoscrittura del Meschini. Altri sistemi ancora – si pensi alla SteLo (Stenografia Logica) del campione Riccardo Bruni, recentemente scomparso – sono invece destinati a non conoscere mai la pubblicazione, e a restare un vero e proprio mistero nel panorama degli studi delle scritture veloci. 

Ciò nonostante, qualcosa ancora si muove e proprio la tecnologia, che istintivamente diremmo assassina della stenografia, concede ai curiosi di accedere a un cospicuo patrimonio, peraltro vivo e in costante evoluzione. La Rete, infatti, ha permesso agli appassionati della materia di diffondere una notevole quantità di materiale, talvolta di grande valore documentario; e, soprattutto, ha permesso a costoro di riunirsi, di dialogare e di mettere alla prova le rispettive conoscenze. Non è difficile trovare, tra le pagine di Internet, chi abbia intrapreso lo studio del Teeline; o, con un briciolo di coraggio in più, del Gregg o del Pitman. Il curioso più tenace, però, troverà svariati altri tesori: cultori attivi nell’apprendimento del sistema francese Duployé in uno dei numerosissimi adattamenti alloglotti; o dell’Orthic, metodo ortografico di origine britannica che sta conoscendo un’inusitata celebrità e che, alla fine dell’Ottocento, fu adattato anche alla lingua italiana; cultori stravaganti, produttori di sistemi originali o di adattamenti di sistemi già esistenti. Si troveranno altresì lunghe discussioni su quale sistema sia più adatto a date esigenze, sia più efficiente, più semplice o più complesso; e ancora, sul senso della stenografia nella contemporaneità – punto sul quale ci si vuol soffermare di seguito. 

Sebbene la stenografia viva tutt’oggi, come illustrato poc’anzi, lo studio di quest’arte richiede una sua collocazione entro il contesto storico d’appartenenza, esercizio fondamentale per comprenderne a fondo i caratteri. Di riflesso, le sole vicende legate ai quattro sistemi riconosciuti dallo Stato italiano per l’insegnamento nelle scuole pubbliche (nell’ordine, Gabelsberger-Noe, Meschini, Cima e Stenital Mosciaro) richiedono allo studioso di ripercorrere la storia d’Italia dal periodo post-unitario, in cui l’adattamento del Noe s’impose come metodo egemone, fino agli anni Novanta del Novecento, durante i quali la stenografia venne estromessa dai programmi delle scuole pubbliche; e si dovrà senz’altro passare per l’era fascista, entro cui si pose con particolare vigore la questione del sistema unico. Si scoprirà dunque che entro un preciso paradigma culturale nacque il Gabelsberger-Noe, complesso ed elitario, inscindibilmente legato all’etimo dei termini; ed entro una temperie del tutto differente vide la luce la Stenital, demotica finanche nei criteri abbreviativi, che pure sono, in maniera diversa, fini e complessi. Si scoprirà altresì che nessuno dei quattro sistemi riconosciuti dallo Stato prescinde dai rafforzamenti, un altro fatto che si spiega alla luce del contesto: l’impostazione grafica, in passato, ricopriva un ruolo di spicco nell’educazione di ciascun allievo; sicché, di fronte all’esigenza di distinguere pieni e filetti calligrafici, non s’incontravano eccessive difficoltà. Pertanto, studiare la stenografia nel 2023 significa in primo luogo imparare a studiare la storia e, ancor di più, la storia della cultura, imparando a maneggiare uno strumento le cui radici sono e resteranno ancorate al passato. 

In secondo luogo, lo studio di un vero e proprio sistema permetterà al discente di rafforzare la propria conoscenza della lingua in uso, nella fattispecie della lingua italiana, e di acquisire importanti strumenti d’analisi metalinguistica. Così, gli utilizzatori del Gabelsberger-Noe dovranno addestrare il loro cervello alla costante scomposizione dei termini in prefisso, radice e suffisso, per poter applicare le regole dell’Abbreviazione Logica. Analogamente, l’impiego delle abbreviazioni ordinarie e della cosiddetta «Abbreviazione Linguistica Intuitiva» spronerà il cultore della Stenital a una costante riflessione intorno agli elementi fondamentali di ciascun vocabolo e alla struttura logica della frase, funzionale a una corretta rilettura dello stenoscritto. Ciò vale, naturalmente, per qualsiasi sistema che sia stato usato per riprendere la normale orazione, poiché la riduzione dei grafemi a tratti brevissimi, da sola, non permette di superare le medie velocità: in ciascun metodo professionale è imperativa la presenza di criteri abbreviativi, sia rispetto ai singoli termini sia, in alcuni casi, all’omissione di questi.

Segni alfabetici Stenital

Infine, la stenografia è, oggi, una chiave che permette di oltrepassare i confini della logica dell’immediatezza e del profitto. Padroneggiare questa materia richiede mesi o anni di studio costante e rigoroso, un’impostazione grafica minutissima, l’automazione dei criteri abbreviativi e, nel caso del sistema Gabelsberger-Noe, la memorizzazione di centinaia di sigle; il qual esercizio, di fatto, non risponde a una vera e propria necessità, poiché la ripresa del parlato, nel 2023, può essere effettuata con maggior efficienza con una buona impostazione dattilografica, con un registratore o addirittura con un programma di trascrizione automatica del parlato, soddisfacendo così gran parte dei bisogni dell’individuo medio, mentre la più moderna stenotipia ottempera alle necessità professionali. La stenografia, allora, assume il valore di esercizio mentale e culturale fine a sé stesso, d’utilità indubitabile e al contempo libera, elettiva, mai stringente. Si tratta dunque di un esercizio che permette di camminare al di là del discrimine del profitto, del progresso e dell’immediato tornaconto; di recuperare una dimensione di pazienza, d’impegno disinteressato e – per quanto ci si occupi di velocità – di notevole lentezza, la cui importanza è, forse oggi più che mai, degna di considerazione.

Stenografia viva – di Gabriele Chierici

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Un pensiero riguardo “Stenografia viva – di Gabriele Chierici

  1. Questo pregevole contributo ripropone considerazioni e riflessioni che avevano animato in passato il dibattito tra cultori di stenografia e l’interesse dimostrato da questo giovane studioso è molto gratificante e non possiamo che augurarci che abbia un seguito. Complimenti!

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